Anno 1969

1969

I ragazzi del massacro                     1969
Regia: Fernando Di Leo
Musica: Silvano Spadaccino
Cast: Pier Paolo Capponi, Susan Scott,
Marzio Margine, Enzo Liberti
Trama:
Una giovane insegnante in una scuola serale di un quartiere milanese viene trovata uccisa e orrendamente seviziata nella sua aula. I suoi alunni, primi indiziati perché già noti alla polizia per altre bravate, vengono presi tutti in blocco il giorno stesso del delitto e condotti al commissariato. L'uso di una bevanda drogata è stata l'origine del comportamento sfrenato dei giovani e il commissario cerca di conoscere da ciascuno di essi il nome di chi ha portato la bevanda. Tutti accusano un giovane impotente che durante l'interrogatorio si rivela debole e imbelle e che, pur non volendo fare il nome di nessuno, accenna ad una donna. Nonostante gli ostacoli posti dai suoi superiori, il commissario, aiutato da una giovane assistente sociale, amplia le indagini nel campo delle mondane e del contrabbando. Quando sta per ottenere i frutti del suo lavoro il ragazzo impotente si uccide. Come ultimo tentativo il commissario ottiene di poter tenere in casa uno dei ragazzi nella speranza che un ambiente migliore possa indurlo a confessare. Ma il ragazzo un giorno, approfittando della fiducia concessagli, raggiunge l'effettivo capo e anima nera della banda nella sua casa. Questi, accortosi della presenza della polizia, porta il ragazzo in una casetta di periferia allo scopo di ucciderlo ma riesce solo a ferirlo, venendo a sua volta colpito e stordito da alcune bastonate. Giunto a fatica a casa del commissario, il ragazzo rivela ogni cosa e il colpevole, un ex contrabbandiere e confidente della polizia, viene arrestato.
Susan Scott
Critica:
Fernando Di Leo ("Brucia ragazzo brucia") nell'affrontare il romanzo di Giorgio Scerbanenco ne ha mantenuto intatti i pregi e i difetti. Il film infatti ha il merito di essere veloce, di tenere sveglia l'attenzione che resta impigliata nell'abile costruzione dell'indagine che segue a un efferato delitto in un'aula scolastica. Su un altro piano, invece, il lavoro di Di Leo risulta deludente. Tutta l'indagine psicologica sui ragazzi [...] è infatti condotta in maniera superficiale, senza approfondimento, con un disegno dei vari caratteri decisamente di maniera. Fedele al romanzo anche nell'ambientazione Di Leo ci offre una Milano troppo da cartolina per una vicenda tanto sordida. La storia che Scerbanenco aveva costruito con sicuro mestiere tiene ancora anche nella sua trasposizione filmica ma le immagini nel complesso la servono malamente, con troppi primi piani e un fiume di parole spesso inutili. La sequenza della violenza alla maestra, nonostante il lungo soffermarcisi della regia, è la cosa migliore del film. L'interpretazione di Pier Paolo Capponi risulta dignitosa: Susan Scott è ornamentale. (Vice - Il Giorno)

Il commissario Pepe                                                                  1969
Regia: Ettore Scola
Musica: Armando Trovajoli

Cast: Ugo Tognazzi, Silvia Dionisio,
Gino Santercole, Giuseppe Maffioli 

 Trama:
"Il commissario Pepe" lavora in una cittadina della provincia veneta all'apparenza molto ordinata e tranquilla. C'è però in città un invalido, immobilizzato su di una carrozzella, che va in giro sbraitando contro il dilagante malcostume: ed è proprio lui l'autore di una serie di lettere anonime alla polizia, in base alle quali il commissario Pepe è incaricato di svolgere discretamente delle indagini. Nel corso dell'inchiesta egli accerta la verità dei fatti denunciati, in cui sono coinvolte anche alcune delle persone più in vista della città: ci sono due distinti vecchietti che subaffittano stanze per convegni amorosi; c'è un'ex-manicure che convive con dieci aitanti studenti; c'è la figlia del prefetto, minorenne, che mantiene l'amante esercitando la prostituzione; c'è l'illustre clinico che ha attenzioni molto particolari per una squadra di calcio: c'è un preside di scuola che insidia gli allievi; c'è la nobildonna, patronessa di opere benefiche, che organizza orge nella propria villa; non manca nemmeno la suora con pericolose tenderize lesbiche. Sempre più sconcertato dalle proprie scoperte, il commissario prepara per ogni caso un dossier e si appresta a denunciare tutti i responsabili. Lo fermano però i superiori; che, dopo averlo elogiato per l'attivismo dimostrato, gli raccomandano anche di non fare di ogni erba un fascio: bisogna evitare di colpire persone troppo in vista, per non far nascere scandali. Di fronte al problema di coscienza di dover scegliere "fior da fiore", il commissario decide di non transigere: o tutti o nessuno.
E brucia il fascicolo chiedendo nello stesso tempo il trasferimento ad altra sede. Intanto per le vie delta città sfila la processione in onore del patrono, a cui partecipano con devozione tutti i personaggi implicati nell'inchiesta.

Banditi a Roma (Roma come Chicago)                                   1969
Regia: Alberto De Martino
Musica: Ennio Morricone
Cast: John Cassavetes, Riccardo Cucciolla, Gabriele Ferzetti,
Orso maria Guerrini, Nikos Kourkoulos, Piero Morgia

Trama:
A Roma, due banditi mascherati mettono in atto una audace rapina ai danni di un ufficio postale. La polizia non tarda ad individuare e a trarre in arresto il capo della organizzazione, Mario Corda, ma non riesce ad avere notizie del suo complice.
Questi - un giovane delinquente di nome Enrico - si rende intanto autore di altre azioni banditesche durante le quali trovano la morte alcune persone. Dopo avere cercato di indurre la giovane moglie di Corda a fuggire con lui all'estero, Enrico, ormai in preda a una sorta di follia omicida, la sopprime. Mario, evaso dal carcere, si mette alla ricerca di Enrico, allo scopo di vendicare la morte della moglie.
Allorché i due ex complici sono l'uno di fronte all'altro, la polizia è ormai sulle loro tracce. Prima di cadere ferito sotto i colpi degli agenti, Mario, porta a compimento la sua vendetta uccidendo Enrico.
Critica:
Dopo i Banditi a Milano, ecco quelli della Capitale portati sullo schermo dal regista Alberto De Martino, pervenuto alla prima opera significativa. [...] Le vicende non sono eccezionali, ma si svolgono secondo un paradigma di credibilità. L'ambiente della malavita è puntualmente ricostruito. [...] I personaggi sono còlti da varie angolazioni, il loro profilo è di linea sicura, la psicologia non risulta superficiale o di maniera. [...] La violenza ritma la pellicola, ma non è sfoggiata come accorgimento per ottenere effetti estranei all'economia e al disegno essenziale del tema. Naturalmente non si corre sempre lungo i binari della perfezione. Ad esempio, gli spettacolari inseguimenti in automobile ricorrono con una frequenza superflua, lo sfondo è quello di una città troppo scintillante, proprio come se la immaginano gli stranieri che non la conoscono e come risulta dai "pieghevoli" delle agenzie turistiche. Difetti, ma perdonabili. [...] Bir. (Guglielmo Biraghi) - Il Messaggero 15/12/1968 

Barbagia                                                                                     1969
Regia: Carlo Lizzani
Musica: Don Backy
Cast: Terence Hill, Frank Wolff,
Don Backy, Gabriele Tinti, Carlo Lizzani

 Trama:
Graziano Cassitta giovane pastore barbaricino, educato, secondo il costume della sua gente, a considerare l'onore più importante della vita, ha vendicato la morte di un fratello uccidendo uno dei suoi assassini. Arrestato riesce a evadere per ben tre volte: l'ultima, dal carcere di Sassari in compagnia di uno spagnolo, Miguel Tienza, col quale si rifugia sul Supramonte, l'aspra e boscosa catena di montagne nel cuore stesso della Barbagia. Spalleggiato da Spina, un disonesto avvocato, Graziano e la sua banda cominciano a dedicarsi a una fruttuosa attività: il sequestro di persone danarose da liberare in cambio di cospicui riscatti. Mentre la polizia e speciali reparti dei carabinieri gli danno inutilmente la caccia, Graziano - che giustifica le proprie gesta col fine di riparare, togliendo soldi ai ricchi, le secolari ingiustizie subite dai pastori - sogna, diventato estremamente popolare, di porsi addirittura alla testa di un movimento separatista. Spaventati dalla sua megalomania, Spina e gli altri decidono di liberarsi di lui inducendolo a commettere un errore: il sequestro di Nino Bedetto, un onesto uomo tutt'altro che ricco. Il gesto suscita indignazione in tutta l'isola; la stessa popolazione si unisce ai carabinieri per cercare di stanarlo mentre il malcontento serpeggia tra gli stessi uomini della sua banda, non più disposti a ubbidirgli ciecamente. Durante un attacco dei carabinieri, Miguel, l'unico che gli sia rimasto amico, muore. Graziano riesce ancora una volta a sottrarsi alla cattura, ma non per molto..
Critica:
Quando Carlo Lizzani torna all’ideologia degli anni giovanili, prendendo ispirazione dalla realtà del presente come del passato, i risultati sono accettabili e qualche volta esemplari. Si veda “Il processo di Verona” o, con qualche smagliatura conformistica, “Banditi a Milano”. Partendo dal saggio di Giuseppe Fiori “L’età del malessere”, sulla Sardegna più sconsolata, il regista ha rievocato l’esperienza violenta e risicata di un notissimo bandito con un film di sobria evidenza. […] “Barbagia” è un’opera riuscita che ci fa comprendere quali siano i nodi insoluti della questione ma non entra nel merito, concedendo giusta evidenza alle questioni ambientali. […] In “Barbagia” difetta ovviamente la suggestione di “Banditi a Milano” in cui la magica civiltà urbana offriva partiti visivi di notevole effetto. In compenso il film è più stringato e severo. Pietro Bianchi - Il Giorno - 29/09/1969

Vergogna schifosi                                                                      1969
Regia: Mauro Severino
Musica: Ennio Morricone
Cast: Lino Capolicchio, Ivano Davoli

Trama:
Tre giovani milanesi Lea, Andrea e Vanni, nel cui passato di viziosi c'è l'omicidio accidentale di un certo Manfred - il cui corpo fu da essi abbandonato in un giardino pubblico - a sei anni di distanza dal fatto ricevono, da uno sconosciuto che si firma "Vergogna, schifosi!", una foto compromettente accompagnata da una precisa richiesta di denaro. Ormai "arrivati" non potendosi permettere uno scandalo, i tre decidono di cedere, ma il misterioso ricattatore, pur aumentando più volte le pretese, non ritira mai il suo denaro. Un giorno un loro amico, Carletto, si fa vivo per invitarli a una mostra dei suoi quadri. Dubitando che il ricattatore sia proprio lui, lo reintroducono nel "giro" e, infine, decidono di ucciderlo, simulando un incidente. Morto e sepolto Carletto, i tre raggiungono, al mare, un gruppo di loro amici. A un tratto, qualcuno fa funzionare un registratore: ne vien fuori la voce del defunto, che confessa di non aver mai avuto l'intenzione di ricattarli sul serio, ma di essersi soltanto voluto divertire un poco alle loro spalle, servendosi di una vecchia foto trovata in un cassetto. Mentre i tre rimangono impietriti, gli altri, compreso il marito di Lea, fingono, non avendo alcun interesse a provocare uno scandalo, di non aver sentito.

C'era una volta un gangster                                                     1969
Regia: Marco Masi
Musica: Marcello Gigante
Cast: Richard Harrison, Barth Warren, Ingrid Schoeller,
Attilio Dottesio, Bruno Chiappafreddo, Vittoria Solinas

 Trama:
Figlio di un commissario di polizia ucciso durante una rapina, Larry Alfieri è diventato, per reazione, un delinquente. Con l'aiuto di due complici, che ammazzerà dopo il "colpo", si impossessa dei soldi (frutto di un'azione criminosa) appartenenti a un gangster defunto, Joe Petroni. Il bottino, però, fa gola a Walter, un concorrente di Larry, il quale, d'accordo con la donna di quest'ultimo, Paula, riesce a impadronirsene. Gravemente ferito, Alfieri viene soccorso e curato dalla vedova di Joe, e col suo aiuto cerca invano di recuperare il bottino. Morta la donna in una sparatoria con gli uomini di Walter, respinto un approccio di Paula - che vorrebbe, pentita, tornare al suo fianco -, Larry si rifugia in casa di un'amica, Simona. Mentre Walter e il suo braccio destro, Mike, si preparano a partire, dopo avere uccisa Paula, Simona - che ama Larry e vorrebbe redimerlo - si rivolge al commissario Mazzano, un tempo collega e amico del padre del giovane, scongiurandolo di impedire a quest'ultimo l'ultimo scontro con Walter, che potrebbe essergli fatale. Mazzano acconsente, ma il suo intervento sarà tardivo: in un duello a colpi di pistola con Walter e Mike, Larry li uccide entrambi, ma perisce a sua volta.

5 figli di cane                                                                              1969
Regia: Alfio Caltabiano
Musica: Riz Ortolani
Cast: George Eastman, Wayde Preston,
Graziella Granata, Tano Cimarosa
Trama: All'epoca del proibizionismo, Grim Doel fa evadere quattro avanzi di galera perché distruggano la distilleria di Louis Baimont. Per l'ingente cifra di cinquemila dollari i quattro, "l'irlandese", Moncio, Geremia e "l'ingegnere", accettano la proposta. Dopo aver reclutato in una casa d'appuntamento una ragazza di facili costumi indispensabile per la buona riuscita del colpo, Grim si fa precedere da Geremia. Grim infatti è venuto a sapere che Baimont si prepara ad accoglierlo e cerca di giocare d'anticipo.

La legge dei gangsters                                                               1969
Regia: Siro Marcellini
Musica: Piero Umiliani
Cast: Klaus Kinski, Franco Citti

Trama:
Rino Quintero, un gangster appena uscito di prigione, organizza, con l'aiuto del ricettatore Fulvio Rigani, un colpo da cinquecento milioni ai danni di una banca genovese, scegliendosi come complici due giovani ladri di gioielli, Franco e Renato, e un meridionale disoccupato, Bruno Maineri; finanziatore dell'impresa, da cui ricaverà il trenta per cento, è il francese Renier. Condotto a termine il colpo, e liberatisi con un sanguinoso conflitto a fuoco (che provoca la morte di Rigani) di alcuni poliziotti, Rino e gli altri, al momento di spartirsi il bottino, vengono affrontati da Renier, che, mancando ai patti, li costringe, pistola alla mano, a dargliene la metà. Per sventare la minaccia di Rino, che ha giurato di ucciderlo, Renier tenta di sopprimere ad uno ad uno i suoi complici. Eliminato Franco, il francese affronta Bruno ma viene a sua volta sorpreso da Rino che, al termine di un accanito corpo a corpo, riesce ad ucciderlo. In procinto di fuggire, a bordo di un motoscafo, con Maide, la vedova di Rigani, Quintero viene raggiunto dalla polizia e rimane ucciso nella sparatoria ingaggiata con gli agenti.
Il sasso in bocca                                 1969
Regia: Giuseppe Ferrara
Musica: Vittorio Gelmetti
Cast: Giuseppe Di Bella, Accursio Di Leo
 
Trama:
Il "sasso in bocca" è lo sfregio che la mafia compie sul cadavere di un affiliato che ha rivelato segreti ad estranei. La mafia moderna ha le sue radici storiche e sociologiche nella nascita del capitalismo americano ai tempi dell'elezione di Roosvelt, mediante l'instaurazione di particolari rapporti tra la mala americana e zone mafiose della Sicilia. Le lotte sindacali, il proibizionismo, gangsterismo e potere politico, sono i poli che, negli Stati Uniti, risentono fortemente di analogie con la situazione italiana. Tale parallelismo è dimostrato dal viaggio in Sicilia di Mussolini, dai contatti dello stesso con Vito Genovese e dalle repressioni superficiali allora demandate alle forze di polizia. Lo sbarco degli Alleati nell'isola italiana trova un appoggio nella mafia, che se ne vale per imporre nell'immediato dopoguerra i movimenti separatisti, la lotta ai sindacati, la violenza religiosa, il banditismo e le coercizioni elettorali. Fallito il tentativo di condurre la mafia, mediante il separatismo, a potere legale, la meta viene raggiunta occultamente e di fatto con l'alleanza ad alto livello tra mafia e potere capitalistico. I metodi e le sottili ramificazioni della mafia divengono strumento di terrore e di potenza. Lo dimostrano le scoperte degli inquirenti in Sicilia e negli Stati Uniti: stessi sistemi, stessa omertà. "Cosa nostra", in America, domina dall'alto con Anastasia e Genovese; la mafia, in Sicilia, ha il suo potere nei mercati nell'edilizia, nella droga con esponenti come Calcedonio di Pisa e Angelo La Berbera.

Sedia elettrica                                                                            1969
Regia: Demofilo Fidani
Musica: Marcello Gigante
Cast: Sheila Rosin, Dean Stratford, Silvio Noto

 Trama:
A Santa Monica, negli anni Trenta, due bande rivali di gangster si contendono il diritto di agire incontrastate nella città. Deciso a risolvere definitivamente la questione, Johnny Bello tende un agguato, con i suoi uomini alla banda di Jack Lo Dolce, che viene brutalmente annientato. Unico superstite dell'eccidio è Fred "il Solitario" fratello di Jack Lo Dolce. Temendo la vendetta di Fred, Johnny Bello incarica uno dei suoi sicari di rintracciare il superstite e di ucciderlo. Fred, riuscito abilmente a sottrarsi alle ricerche del sicario, stringe amicizia con Fanny, la ragazza di Johnny, dalla quale apprende i particolari di un prossimo colpo ai danni di un furgone bancario. Appostatosi sul luogo previsto per l'assalto al furgone, Fred stermina l'intera banda di Johnny; nello scontro a fuoco però trovano la morte anche alcune guardie e la stessa Fanny. Catturato e condannato alla sedia elettrica, Fred, in attesa della morte, ripercorre col pensiero la sua esistenza, fino a quel lontano giorno in cui, ancora bambino, assistette all'assassinio dei propri genitori: un trauma che doveva condurlo, insieme col fratello Jack, sulla strada del banditismo.

Gli intoccabili                                                                        1969
Regia: Giuliano Montaldo
Musica: Ennio Morricone
Cast: Peter Falk, Florinda Bolkan, John Cassavetes, Britt Ekland, Gabriele Ferzetti,

Salvo Randone, Luigi Pistilli, Gena Rowlands, Tony Kendall, Margherita Guzzinati
Trama:
Charlie Adamo, cui la mafia ha affidato il controllo della costa occidentale degli Stati Uniti, fa uscire di prigione, dopo quindici anni, il gangster Hank McCain (condannato all'ergastolo per una serie di rapine a mano armata compiute con l'amante Rosemary), intendendo servirsi di lui per un "colpo" ai danni del Royal, una casa da gioco di Las Vegas. Quando scopre che essa appartiene ai "boss" di Cosa Nostra, Charlie cerca disperatamente di fermare Hank, ma questi, avvezzo ad agire di testa propria, prosegue come nulla fosse. Attuato con fredda determinazione, il "colpo" frutta ad Hank quasi due milioni di dollari, con i quali abbandona San Francisco, in compagnia della giovane moglie Irene. Mentre Charlie viene eliminato, la mafia organizza una colossale caccia all'uomo. Braccato, Hank chiede aiuto a Rosemary, che riesce a procurargli un motoscafo. Prossimi alla salvezza, però, lui e Irene vengono raggiunti da Cosa Nostra. Un bel cast italoamericano per un robusto prodotto di imitazione. Da un romanzo di Ovid Demaris. È uno dei 43 film interpretati dal siciliano S. Randone (1906-91) che qui fa il capomafia Don Salvatore Da Marco. 

Un detective              1969
Regia: Romolo Guerrieri
Musica: Fred Bongusto
Cast: Franco Nero, Florinda Bolkan,

Laura Antonelli, Delia Boccardo,
Adolfo Celi, Renzo Palmer, Silvia Dionisio
Trama:
Il commissario Belli, addetto all'Ufficio Stranieri della Questura di Roma, si fa corrompere, per qualche milione, da un notissimo penalista, l'avvocato Fontana, che gli chiede, in cambio, sia di allontanare dall'Italia una fotomodella inglese, colpevole di irretirgli il figlio, sia di indagare sul direttore di una casa discografica che sua moglie ha intenzione di finanziare. Recatosi da costui, però, Belli lo trova cadavere. Rinvenuta, in casa dell'ucciso, la foto senza testa di una donna nuda, il commissario è indotto a sospettare, di volta in volta, della fotomodella che avrebbe dovuto - ma ci ha rinunciato - mandar via dal paese, di una cantante di musica leggera e della stessa Vera, moglie dell'avvocato Fontana. Successivamente, mentre l'amico e il figlio del penalista vengono uccisi e la polizia comincia a sospettare di Belli, per il suo illegale comportamento, il commissario riesce, con un trucco, a consegnare ai suoi colleghi, rinunciando ai milioni di Fontana, la persona responsabile dei tanti delitti commessi: Vera Fontana.
Critica:
[…] Nel mettere in immagini una sceneggiatura anche troppo affastellata di false piste e di cadaveri, Romolo Guerrieri non riesce a superare i limiti del mestiere. La Bolkan fa la tenebrosa con la stessa efficienza levigata con cui Nero fa il duro.
Pietro Bianchi - Il Giorno - 06/12/1969


Pelle di bandito                                                                          1969
Regia: Piero Livi
Musica: Claudio Tallino
Cast: Ugo Cardea, Giuliano Disperati Mavi', Arrigo Antona, Giuseppe Bucco,
Matteo Macciocco, Martino Panzitta, Giovanni Petrucci, Nardo Petta

Trama:
Per vendicare un'ingiusta accusa di omicidio, rivolta contro uno dei suoi fratelli, il giovane pastore Mariano De Linna uccide un innocente, membro di una famiglia nemica. Mentre i parenti dell'ucciso rinunciano a scatenare una vendetta, Mariano finisce in prigione, dalla quale, però, riesce ben presto ad evadere in compagnia di Pedro, uno spagnolo disertore dalla Legione Straniera, arrestato per un furto d'automobile. Riuscito ad imporlo agli uomini che, tra le rocce e i boschi del Supramonte, gli si sono messi al fianco, Mariano accoglie l'idea di Pedro: rinunciare ai tradizionali metodi banditeschi, per estorcere soldi ai ricchi, sequestrandoli. Addestrati, da Pedro, all'uso delle armi moderne, Mariano e i suoi uomini, favoriti da sicuri basisti e da gente che agisce nell'ombra, si trasformano in veri gangster, tenendo in scacco le forze speciali di polizia inviate contro di loro. Mentre i sequestri vanno a buon fine e fruttano parecchio denaro, Mariano conosce una giovane contadina, Stefania, che gli concede il suo amore. Durante un attacco delle truppe dei "Baschi Blu" Pedro viene colpito a morte, mentre Mariano riesce a sfuggire alla polizia. Ma ormai la solitudine di bandito braccato si è fatta insostenibile: i suoi uomini sono stanchi; lo stesso Pedro prima di spirare, lo ha incitato a smetterla con quella vita. Un giorno, inaspettatamente, Mariano viene catturato: forse si è consegnato lui stesso per stanchezza forse lo ha fatto per consentire alla madre di incassare la taglia posta su di lui.

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