Anno 1972


1972

Il Film che diede vita al "Poliziottesco"

Stefano Vanzina, firma per la prima volta un film con il suo vero nome, rinunciando allo pseudonimo di Steno che tanta fortuna gli aveva portato, e firma anche il capostipite del genere... nasce il "Poliziottesco italiano". Enrico Maria Salerno è il primo poliziotto di una indimenticabile serie.

La polizia ringrazia              1972
Regia: Stefano Vanzina (Steno)
Musica: Stelvio Cipriani
Cast: Enrico Maria Salerno, Mario Adorf, Mariangela Melato, Franco Fabrizi, Laura Belli,
Cyril Cusack, Sergio Serafini, Corrado Gaipa
Trama:
Roma. Due giovani (Michele e Mario) tentano una rapina ai danni di una gioielleria. Ma la prontezza del proprietario li mette in fuga: il primo uccide sia il proprietario, sia un operaio che cercava di sbarrare loro la strada. Incaricato di risolvere il caso è il commissario Bertone. Questi si muove fra mille difficoltà. A un certo punto viene posto sotto inchiesta dall'integerrimo sostituto procuratore della repubblica Ricciuti poiché taluni suoi uomini hanno picchiato un pregiudicato. La polizia riesce a individuare uno dei due rapinatori, ma il giovane viene ucciso da un'"Anonima anticrimine", la quale assassina altri elementi equivoci, a significare la volontà dell'opinione pubblica di far pulizia (espediente e primi passi per instaurare una dittatura) Fra l'"anticrimine" figurano autorità. Bertone le riconosce. Quando va ad arrestare l'ex questore Stolfi (capo dell'"Anonima anticrimine", che precedentemente l'aveva consigliato a usare metodi duri contro i criminali), viene ucciso dagli uomini di questi. Ricciuti tenterà di incriminare i responsabili, fra i quali vi è il vice del commissario Bertone.
Mario Adorf
Critica:
Steno proviene dal Marc’Aurelio come Fellini, di cui è più vecchio di qualche anno; dai 39 in qua ha scritto una montagna di copioni soprattutto per Macario, Totò, Sordi e altri comici; dal 49, prima in coppia con Mario Monicelli e quindi da solo, ha diretto decine di film quasi sempre senza ambizioni. Se firmando La polizia ringrazia il regista usa per la prima volta il suo vero nome, Stefano Vanzina, una ragione c’è: pur senza venir
Mariangela Melato
 meno a una visione pragmatistica del cinema, Steno sente di affrontare un argomento scottante nel momento giusto e sulla scia di Petri e di Damiani. Il tema del film ricorda quello del discusso romanzo Il contesto di Leonardo Sciascia: anche qui dietro il protagonista, un poliziotto in buona fede che coltiva però una specie di odio viscerale per i criminali, si scopre poco a poco un intrico di connivenze e di interessi che conduce molto in alto. Tanto in alto che il bravo Salerno, proprio quando ritiene di avere ormai nella rete i pesci grossi, viene ucciso come un cane senza che i suoi colleghi battano ciglio. Non proprio fantapolitico, a giudicare da cio che si legge cronaca dei giornali dopo la scoperta delle piste nere e dei complotti di destra, il film rispecchia una certa ambiguità nel personaggio del protagonista, che tenta di conciliare l’immagine tradizionale del duro con quella del poliziotto democratico. Nell’ambiente del ricalco di analoghe esperienze americane, Vanzina dà vita a uno spettacolo abilmente calato, come linguaggio e come immagini, in una torva attualità.
Da Tullio Kezich, Il Mille film. Dieci anni al cinema 1967-1977, Edizioni Il Formichiere

La polizia brancola nel buio                                                 1972     
Regia: Helia Colombo
Musica: Aldo Saitto
Cast: Gabriella Giorgelli, Elena Veronese, Joseph Arkim, Francisco Cortez
Trama:
Giorgio D'Amato giornalista, invocato per telefono dall'amichetta fotomodella, si reca presso la famiglia Parisi quando Enrichetta è già caduta sotto le forbiciate di un sadico. Non prima ne ultima di una serie di assassinii, la ragazza era giunta alla villa per posare davanti agli apparecchi del signor Edmondo, storpio e complessato, che suscita naturalmente i sospetti dell'ospite. D'altra parte, abbastanza nebulosi sono anche gli altri membri della famiglia: la signora Eleonora, lesbica; il domestico Alberto, dall'onnipresenza ambigua; la domestica Lucia, dagli appuntamenti facili. Solo Sara nipote di Edmondo ed Eleonora, cerca aiuto dal D'Amato.
Faticosamente il giornalista raccoglie qualche elemento e, pur non riuscendo ad evitare l'uccisione della stessa Lucia (che si scoprirà essere sorella di Alberto e come lui titolare di una agenzia investigativa), individuerà l'assassino nel pazzoide dr. Dalla, insospettato frequentatore della casa Parisi.

Un'altro capolavoro Poliziottesco
Milano calibro 9                        1972
Regia: Fernando Di Leo
Musica: Luis enríquez Bacalov
Cast: Gastone Moschin, Barbara Bouchet,
Philippe Leroy, Mario Adorf, Frank Wolff,
Luigi Pistilli, Ivo Garrani, Lionel Stander
Trama:
Uscito di prigione dopo tre anni scontati per una rapina, Ugo Piazza, già corriere di un trafficante di valuta, l'Americano, viene aggredito e percosso a sangue dagli uomini di quest'ultimo - guidati da Rocco, il suo braccio destro - che lo accusano d'aver tenuto per sé 300.000 dollari che gli erano stati affidati. Poiché Ugo nega d'aver rubato quei soldi, l'Americano decide di riassumerlo, per poterlo controllare. Uno dei corrieri viene ucciso, mentre spariscono i 30 milioni di lire che egli portava con sé. Stavolta l'Americano accusa un amico di Ugo, Chino, un assassino di professione che vive con il padrino Don Vincenzo. Chiamato con Rocco e altri a uccidere Chino, Ugo si rifiuta per cui l'Americano torna a pensare che anche il secondo colpo sia opera sua. Nel tentativo di ammazzare Chino, i gangster uccidono Don Vincenzo. Chino decide di vendicare il vecchio, elimina l'Americano e la sua banda a eccezione di Rocco, ma viene egli stesso colpito a morte. Ritenendosi al sicuro, Ugo.. .Tratto dal romanzo postumo Stazione Centrale ammazzare subito di Giorgio Scerbanenco (1911-69), sceneggiato da F. Di Leo, è un film d'azione violenta con risvolti di critica e denuncia sociale e almeno una battuta fatidica (“Se si va avanti così, vedrai che dovranno creare l'antimafia anche a Milano”). Bella compagnia di attori tra cui spiccano G. Moschin, duro dall'ambigua aria di innocente, e F. Wolff nella parte di un commissario “vecchio stile”.
Gastone Moschin
Critica:
il film appare girato con apprezzabile piglio professionistico. Per i patiti del cinema impegnato c’è addirittura il contrasto fra due poliziotti, Frank Wolf e Luigi Pistilli, l’uno questurino di vecchio stile, l’altro giovanilmente democratico: una nota davvero insolita, anche se non abbastanza legata al contesto della vicenda.
Tullio Kezich, Il Mille film. Dieci anni al cinema 1967-1977

Terza ipotesi su un caso di perfetta strategia criminale        1972
Regia: Giuseppe Vari
Musica: Mario Bertolazzi
Cast: Adolfo Celi, Lou Castel, Massimo Serato, Beba Loncar, Antonio La Raina   
Trama:
Il fotografo Carlo, cui è capitato di ritrarre un finto incidente d'auto inteso a mascherare l'assassinio del Procuratore Anchisio, si affida, per trar profitto dalla situazione, a tal Mario Ceccarelli, alias Smirkov, alias Zio Fifì, finto maestro di danza e di canto, in realtà produttore di pornofumetti. Dopo vari tentativi con un capomafia italo-americano, le fotografie sono vendute per venti milioni ad un settimanale, ma al momento dello scambio l'inviato del settimanale è ucciso e le fotografie con i negativi finiscono nelle mani del misterioso assassino. I milioni sono divisi fra Zio Fifì, Carlo e la sua amante, Olga. Per una distrazione di questa c'è stato uno scambio di negativi, e alla ricerca di quelli buoni si mette il misterioso assassino che uccide Zio Fifì e manda Olga a morire in ospedale. Finalmente decisosi a ricorrere alla polizia, Carlo fa da esca per una trappola dove incappa il colpevole di tutti i misfatti, che è proprio il direttore del settimanale, che è coinvolto in traffici di droga e altre attività illegali.

Dopo "Milano calibro 9" un altro capolavoro
di Fernando Di Leo
La mala ordina                         1972
Regia: Fernando Di Leo
Musica: Armando Trovajoli
Cast: Mario Adorf,  Henry Silva, Woody Strode, Femi Benussi,  Sylva Koscina, Adolfo Celi,
Luciana Paluzzi, Franco Fabrizi, Gianni Macchia
Trama:
Un siciliano sfruttatore di donne, Luca Canali, è ritenuto, da un potente capo della malavita americana, colpevole d'aver fatto sparire un carico d'eroina del valore di alcuni miliardi. Per punirlo con la morte, il boss invia a Milano, dove Luca vive, separato dalla moglie Anna, due killer: Frank Webster e David Catania. Costoro s'affidano, per trovare la loro vittima, a don Vito Tresoldi, capo di una temuta consorteria criminale: l'uno dopo l'altro, però, gli uomini che egli sguinzaglia contro Luca vengono uccisi dallo sfruttatore, rivelatosi un “duro”. Per costringerlo a cedere, don Vito fa ammazzare sua moglie e Rita, la loro figliola. Perso il lume degli occhi, Luca comincia con l'eliminare l'autore del duplice omicidio, per poi affrontare lo stesso don Vito e ucciderlo, dopo avergli sterminata la banda. Dà quindi un appuntamento, in un cimitero d'automobili, a Webster e Catania e, benché ferito, li ammazza entrambi.
Mario Adorf
Secondo film della trilogia " trilogia del milieu" "che designa tre film noir, molto duri e violenti, diretti dal regista tra il 1972 ed 1973: Milano calibro 9 - La mala ordina - Il boss

Il seme di Caino                                                                        1972
Regia: Marco Masi
Musica: Marcello Gigante
Cast: Ray Milian (Josè Van Roy Dalì), Sophia Kammara, Isarco Ravaioli
Trama:
Giovanni, impotente, riceve nel ritiro di campagna il fratello Luca e gli spinge fra le braccia la donna che ha da poco sposato. Finale tragico.

La mano lunga del padrino                                                     1972
Regia: Nardo Bonomi
Musica: Silvano d'Auria Rolla
Cast: Peter lee Lawrence, Adolfo Celi, Erika Blanc, Kim Simon, Attilio Pelegatti
Trama:
Un giovane malvivente, Vincenzo, detto "Raffica", sottrae al proprio boss, don Carmelo, un carico di fucili dala cui vendita è certo di ricavare 200 milioni di lire. In attesa di concludere l'affare, si nasconde in un alberghetto dove però viene scovato, grazie al tradimento di un'amante delusa, dagli uomini di don Carmelo. Riuscito a liberarsi di loro, si accorda con un meccanico suo amico, Tom, per vendere le armi a un signorotto arabo. Mentre egli raggiunge con la fidanzata Sabina il luogo in cui dovrà avvenire la consegna dei fucili, don Carmelo piomba nell'officina di Tom dove sono stati nascosti e li sostituisce in gran parte con inutili rottami di ferro. Il boss ha l'intento che l'acquirente arabo, una volta scoperto l'inganno, uccida Vincenzo. La trappola però non funziona. Visto fallire il suo piano, don Carmelo tenta perlomeno di impedire che Vincenzo incassi i 200 milioni. Al termine di un furioso inseguimento in auto, il boss viene ucciso. Su una barca a motore Vincenzo si allontana in mare aperto con i soldi e con Sabina, gravemente ferita. Ma il battello, bucherellato in precedenza dal mitra di don Carmelo, affonda. Solo, col cadavere della fidanzata tra le braccia, Vincenzo vede miseramente fallire il suo sogno di ricchezza.
Erika Blanc
Piazza pulita                                                                            1972
Regia: Luigi Vanzi
Musica: Louis Armstrong
Cast: Richard Conte, Tony Anthony, Adolfo Celi, Irene Papas, Lionel Stander
Trama:
Nel 1931, quando verso la fine del proibizionismo americano i principali boss si sono ormai suddivisi il territorio da sfruttare, la famiglia di uno di questi - ucciso in uno scontro - decide di inviare mezzo milione di dollari in Sicilia nascosti nel corpo del defunto. A tale scopo ingaggia Pete Di Benedetto, un killer già al servizio di Al Capone ma attualmente negletto dalla mala newyorchese. L'ambizioso giovane, deciso a sfruttare l'occasione, chiede l'aiuto di Polese, il boss imperante di Farmington nel West-Wirginia. Polese esegue con i suoi uomini il colpo, ma ridicolizza Pete che si vendica prontamente catturando Perla, la donna del boss, e imponendo la consegna di tutto il malloppo quale riscatto della prigioniera. Polese riesce a raggiungere il solitario killer ed a punirlo ferocemente. Perla, tornata sul posto per seppellire il disgraziato suo ex carceriere, lo trova vivo e lo affida ad un contadino. Nella notte di Natale Pete raggiunge Polese e i suoi nel covo e li massacra tutti. Tuttavia, ferito a morte dallo stesso avversario, invano chiede aiuto alla superstite Perla che si allontana con il fardello insanguinato dei dollari.

Il caso Pisciotta                                                                        1972
Regia: Eriprando Visconti
Musica: Riccardo Luciani
Cast: Tony Musante, Michele Placido, Carla Gravina, Duilio Del prete, Arturo Dominici
 Trama:
Nel carcere dell'Ucciardone, a Palermo, muore avvelenato, con caffè alla stricnina, Gaspare Pisciotta, luogotenente, prima, assassino, poi (per ordine della mafia?) del bandito Salvatore Giuliano. Incaricato di occuparsi del caso è un giovane magistrato siciliano, Francesco Scauri, tornato apposta nell'Isola dal continente, il quale si ritrova ben presto invischiato nell'oscura rete di connivenze (alle quali non è estranea nemmeno la sua famiglia, poiché il padre, speculatore edilizio, ha bisogno dell'appoggio dei potenti), che vogliono impedirgli di scoprire la verità. Finalmente, dopo un secondo delitto all'interno del carcere, di cui è vittima un altro dei membri della banda Giuliano, Scauri riesce ad acquisire, grazie alle rivelazioni di un giovane recluso, Amerigo Lojacono, prove sufficienti per incriminare, come responsabili dell'uccisione di Pisciotta, due carcerati, don Vincenzo Coluzzi, potente capomafia, e Rocco Minutti. A questo punto, però, i mandanti del delitto, sentendosi minacciati, non gli consentono di andare oltre: Amerigo, violentato dal compagni di cella, ritira la sua testimonianza; il magistrato, rapito in casa dell'amante, una farmacista, sparisce per sempre.

Abuso di potere                                                                         1972
Regia: Camillo Bazzoni
Musica: Riz Ortolani
Cast: Frederick Stafford, Marilù Tolo, Umberto Orsini, Claudio Gora,
Franco Fabrizi, Raymond Pellegrin, Ninetto Davoli
Trama:
Luca Miceli, un commissario di polizia incline a usare le maniere spicce, viene incaricato di indagare sull'omicidio, avvenuto a Palermo, del giornalista Enrico Gagliardi. Neanche ventiquattr'ore dopo egli si trova fra le mani - in seguito ad una misteriosa telefonata - il presunto assassino. La sua confessione, però, e l'apparente movente del delitto, non convincono il commissario, che decide di proseguire le indagini. Ricevuta un'informazione, secondo cui il giornalista assassinato sarebbe stato visto, la sera del delitto, in compagnia di una prostituta, Rosaria Cruciani, Miceli va in casa di costei, ma la trova cadavere. Recatosi al bar che il Gagliardi era solito frequentare per lavoro, il commissario viene avvicinato da una ragazza, Lola, con la quale entra in confidenza e che lo introduce in un lussuoso circolo privato, dove si gioca, clandestinamente, d'azzardo. Fingendo di prestarsi al gioco di Lola, Miceli riesce finalmente a scoprire per suo mezzo la vera ragione dell'uccisione di Gagliardi - il giornalista aveva individuato un grosso trafficante di droga -, giunge fino a quest'ultimo e, nonostante le alte protezioni di cui gode, lo fa arrestare. Ma l'uomo viene presto scarcerato e prima di abbandonare l'Italia fa uccidere dai suoi uomini sia Lola che il commissario.

Camorra                                                                                    1972
Regia: Pasquale Squitieri
Musica: Manuel De Sica
Cast: Fabio Testi, Raymond Pellegrin, Jean Seberg, Lilla Brignone, Germana Carnacina
Trama:
Tonino Russo, figlio di un povero e onesto ciabattino e fidanzato con un'operaia, Anna, uscito di carcere dopo aver scontato due anni per lesioni, viene sfidato a duello da un compagno di quartiere. Alla lotta, che si svolge a coltellate e da cui Tonino esce vincitore, assiste il camorrista don Mario Capece. Favorevolmente impressionato dal giovane, costui gli offre un posto nella propria organizzazione. Da quel momento, mosso da un'insaziabile sete di potere, Tonino mira soltanto a salire più in alto. Ricevuto da don Capece, grazie ai suoi servigi (ha ucciso un contrabbandiere reo d'aver trasgredito le leggi della malavita), il controllo di due bische e attirata dalla sua parte la stessa donna del boss, egli tenta infine (Anna, intanto, lo ha abbandonato) il colpo grosso: sostituirsi al capo in un affare di speculazione edilizia. Scoperto il suo tradimento, don Mario ammazza l'ex compagna e tenta, inoltre, di indurre Tonino a un passo falso, facendogli uccidere un intoccabile capo della camorra. Fallito lo stratagemma (Tonino ha riconosciuto nella "vittima" un suo benefattore) Capece, sapendo che Russo tenterà di ucciderlo, si premunisce rapendogli il fratellino; ma Tonino riesce egualmente a sopprimere il boss. Infine, convinto dal padre a non sparare sui poliziotti, giunti sul posto a "esecuzione avvenuta", egli, per non trasformarsi in eroe agli occhi del fratello, si consegna agli agenti.

Torino nera                                                                               1972
Regia: Carlo Lizzani
Musica: Nicola Di Bari, Giampiero e Gianfranco Reverberi
Cast: Marcel Bozzuffi, Bud Spencer, ,  Guido Lentini, Andrea Balestra
 Trama:
A Torino durante una partita di calcio, il costruttore edile meridionale commendator Tommaso Fridda uccide con le sue mani (perché il sicario Poma esita) un gorilla di cui in precedenza si era servito, certo Santoro. Eliminato costui perché i suoi metodi feroci diventavano controproducenti, Fridda vuole eliminare anche Rosario Rao, un operaio onesto e difensore degli sfruttati, sposato con due bambini, Mino e Lello, e ci riesce facendolo incriminare e condannare. La moglie di Rao lavora in una lavanderia, i bambini, pressoché abbandonati, si danno al piccolo commercio di sigarette di contrabbando. Della scena dell'assassinio esiste da qualche parte una fotografia, consegnata dal fotografo Cammarata al cugino Ferrera, sfruttatore della prostituta Nascarella, testimone al processo. Ferrera viene ucciso in un finto incidente d'auto, Nascarella è buttata da una finestra, ufficialmente suicida. Alla ricerca di quella fotografia e del negativo si mette il giovane avvocato Mancuso, stimolato e aiutato da Mino e Lello: l'avvocato Marinotti, di cui Mancuso è collaboratore, promette di occuparsi del caso. Muore all'ospedale il sicario Poma, dopo essersi scaricata la coscienza facendo una confessione incisa al magnetofono da Mancuso e Mino. Intricate vicende di inseguimenti, trappole e violenze portano al chiarimento della situazione, ma gli uomini di Fridda fanno sparire fotografie e magnetofono. Rao, mentre viene condotto al capezzale di Mino, gravemente ferito, evade e, rifornito di pistola dal piccolo Lello, uccide il feritore del figlio, Mascara, e il commendator Fridda. Poi si costituisce.

Il re della mala                                                                          1972
Regia: Jurgen Roland
Musica: Lallo gori Dreville
Cast: Henry Silva, Herbert Fleischmann, Patrizia Gori, Horst Janson
Henry Silva
 Trama:
Hans Werner, boss della mala di Amburgo, ha da poco portato a termine una losca e violenta operazione che gli ha dato modo di impadronirsi delle corse della prostituzione e delle bische clandestine quando, cacciato come indesiderabile dagli U.S.A., giunge alla metropoli del vizio, l'italo-americano Luck Mesina. Questi, deciso a far proprio il losco impero, ingaggia una battaglia senza esclusione di colpi. Werner, dopo alcune sconfitte, reagisce facendo ridicolizzare Tiger, campione di Mesina, dal figlio Karl, promettente pugile. Ucciso Karl, sia Werner che Mesina cercano di portare la guerra nel quartiere generale dell'avversario, nessuno dei due, però, riesce a stoccare il colpo decisivo poiché Silvia, figlia di Luck, si è innamorata di Eric secondo figlio di Hans. Mentre i due ragazzi fuggono condannando i genitori, questi finiscono entrambi tragicamente.

Afyon Oppio                                                                              1972
Regia: Ferdinando Baldi
Musica: Guido e   Maurizio De Angelis
Cast: Ben Gazzara, Silvia Monti, Fausto Tozzi, Steffen Zacharias, Corrado Gaipa
Trama:
Un italoamericano, Joseph Coppola, riesce a mettersi in contatto, in Turchia, con un grosso trafficante d'eroina e a convincerlo a venderne cinquanta chili. Per ricevere la merce si reca in Sicilia, dove subisce un severo esame da parte di Vincenzo Russo, un esponente della mafia, appartenente alla cosca di don Calogero. Superata la prova, Joseph rischia però di venire ucciso dai sicari di un boss di Marsiglia. Salvato dall'abile intervento di don Calogero Coppola, dopo un accordo con questi per la spartizione dei guadagni della vendita, parte per l'America dove la merce lo raggiunge viaggiando in contenitori nascosti sotto la chiglia di un mercantile. Una volta negli Stati Uniti, però, si appropria di tutta l'eroina escludendo dall'affare don Calogero, e la rivende a una locale organizzazione di spacciatori, retta da Sally. A questo punto, scatta la punizione della mafia, che tenta di eliminare Joseph per il suo scorretto comportamento. Rivelandosi per quel che è realmente (un agente del Narcotics Bureau) Coppola fa arrestare la gang di Sally. D'accordo con i propri superiori inscena la propria morte per poter sfuggire agli emissari della mafia, ma uno di essi lo raggiunge e lo uccide. Preciso e ben documentato, non manca di tensione e di spettacolarità.
Silvia Monti
Un uomo dalla pelle dura                                                        1972
Regia: Franco Prosperi
Musica: Lallo Gori
Cast: Ernest Borgnine, Tomas Milian, Gabriele Ferzetti, Catherine Spaak, Orazio Orlando
Trama:
Catherine Spaak
 Abbandonato il suo vecchio manager, che riteneva un truffatore, Teddy "Cherokee" Wilcox, un giovane pugile di sangue indiano, passa, grazie all'aiuto di un amico giornalista, Mike Durrel, nella "scuderia" di Tony Lamonaca. Per merito dei suoi consigli e del severo allenamento, egli ottiene una serie di lusinghieri successi. Alla vigilia di un importante incontro, però, qualcuno impone a Tony di far perdere "Cherokee": durante il match l'indiano, accortosi che il suo manager cerca di truccare l'incontro, reagisce e riesce a vincere. Rifugiatosi, sapendo a quali conseguenze lo esporrà l'accaduto, in casa della figlia, Tony chiede a "Cherokee" di raggiungerlo: benché irritato con lui, Teddy acconsente ma, una volta in casa del manager, qualcuno aggredisce entrambi. Tony viene ucciso. Sospettato, per i suoi precedenti penali, dell'assassinio del manager, "Cherokee", aiutato da Durrel, si tiene nascosto, cercando al tempo stesso di scoprire l'autore e mandante del delitto. Finalmente, con l'aiuto della stessa figlia di Tony, convintasi della sua innocenza, "Cherokee" riesce a rintracciare un individuo in grado di confermare la sua completa estraneità al delitto. Sopraggiungono però, per impedirgli di parlare, sia Mike, sia un hippie (già noto a Teddy per i suoi segreti rapporti con Tony), membri di due diverse organizzazioni di scommettitori clandestini in lotta fra loro. Ucciso Mike, l'hippie cade a sua volta sotto i colpi della polizia, costretta a riconoscere che Teddy è innocente.

Sbatti il mostro in prima pagina                                              1972
Regia: Marco Bellocchio
Musica: Nicola Piovani
Cast: Gian Maria Volontè, Laura Betti, Corrado Solari, Fabio Garriba
 Trama:
L'8 marzo del 1972, alla vigilia delle elezioni, poco dopo un attentato subito da "Il Giornale" ad opera di frange politiche della sinistra, il corpo senza vita di Maria Grazia giovane di quindici anni, figlia del professor Italo Martini, viene trovato in un prato alle porte di Milano. La ragazza è stata violentata e poi strangolata.
Seguendo il consiglio dell'ingegner Montelli, finanziatore del quotidiano, il capo redattore Bizanti affida il caso ad un giornalista principiante, Roveda, affiancandogli il più esperto collega  Lauri. Nel frattempo Bizanti segue da solo alcune tracce. Avendo stretto amicizia con Rita Zigai (amante di Mario Boni, uomo della sinistra extraparlamentare) egli entra in possesso del diario della ragazza uccisa.
Bizanti con la complicità di Lauri, manipola gli indizi per poter accusare Mario Boni. Le prove vengono presentate alla polizia, alla magistratura e all'opinione pubblica, tramite Roveda. Egli però ha dei dubbi sulla veridicità dei fatti. Continuando le sue ricerche, avvicina il bidello della scuola frequentata da Maria Grazia e scopre che questi è il responsabile del delitto. Scioccato dalla mistificazione, Roveda vorrebbe denunciare l'errore ma Bizanti lo licenzia. Il capo redattore, nuovamente sotto suggerimento del finanziatore Montelli, preferisce infatti tenere lo scoop sulla verità per il dopo elezioni, sfruttandone al meglio le possibilità politiche.
Critica:
"Cupo melodramma social-politico del fantasioso Marco Bellocchio che costruisce un'assurda, ma senza dubbio avvincente, storiaccia tra cronaca nera e poliziesco. I padroni, ecco i veri mostri, è la rabbiosa morale, Un'avvertenza, il film è del 1972, 'il Giornale', quello vero, è nato nel '74. Stavolta la sarcastica dicitura finale (ogni riferimento è puramente causale) non mente". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 24 febbraio 2003)

Imputazione di omicidio per uno studente                             1972
Regia: Mauro Bolognini
Musica: Ennio Morricone
Cast: Massimo Ranieri, Martin Balsam, Turi Ferro, Valentina Cortese, Salvo Randone
Trama:
Roma. Durante uno scontro tra operai dimostranti (cui si sono uniti studenti) e polizia muoiono un poliziotto e uno studente, ucciso da una pistola non in dotazione ai tutori dell'ordine. Il giudice istruttore Sola - incaricato per il caso insieme con due commissari - tende a credere alla versione della polizia: lo studente sarebbe stato ucciso da uno dei dimostranti, mentre il poliziotto sarebbe stato ammazzato da Massimo Trotti, studente di architettura e appartenente a un gruppo extraparlamentare. Le apparenze danno credito a questa ipotesi, e quindi Trotti sarà giudicato in tribunale. Ma il responsabile dell'assassinio è Alfio Sola, il figlio del giudice. Consigliato dai compagni, Alfio testimonia a favore di Massimo Trotti: invano. Non essendo riuscito in altro modo a esser d'aiuto a Trotti, Alfio confessa al padre la sua colpa. Il giudice ordina la scarcerazione dello studente, dà le dimissioni e getta nel Tevere la prova della colpevolezza di suo figlio.
Critica:
Anni '70. In uno scontro di piazza muoiono un poliziotto e uno studente. Il giudice, uomo giusto, scopre che il responsabile è suo figlio. Appartiene a quel filone di “cinema politico” che passò in rassegna i più gravi problemi della società italiana. La materia, però, resta soltanto un pretesto. Dialoghi banali e personaggi convenzionali.
il MORANDINI 2008

L'arma, l'ora, il movente                                                          1972
Regia: Francesco Mazzei
Musica: Francesco De Masi
Cast: Renzo Montagnani, Bedy Moratti, Adolfo Belletti, Eva Czemerys
 Trama:
Un giovane prete, don Giorgio, cappellano e insegnante di musica in un convento femminile, ha due amanti: Orchidea Durantini e Giulia Pisani. Combattuto fra il piacere dei sensi e la coscienza della propria dignità, egli decide, un giorno, di troncare la relazione con Orchidea. Qualche ora dopo, una mano ignota lo uccide, nella chiesa del convento, con tre pugnalate alla schiena. Ignorando che l'omicidio ha avuto come testimone non visto un orfanello (Ferruccio, che Orchidea ha preso sotto la propria protezione), il commissario Boito, che conduce le indagini, sospetta dapprima del sagrestano di don Giorgio (un ex pregiudicato) e, poi - morta nel frattempo anche Giulia, assassinata nel parco del convento - del marito di Orchidea. Quando questi muore, apparentemente suicida, Boito, convinto d'aver raggiunto la prova della sua colpevolezza, chiude il caso e s'appresta a sposare Orchidea, cui s'era nel frattempo legato. Rompendo il silenzio, Ferruccio rivela alla donna di sapere che è lei l'assassina sia di don Giorgio che del marito. Responsabile anche della morte di Giulia, che aveva scoperto il suo primo delitto, Orchidea tenta di sbarazzarsi del bimbo. Interviene a salvarlo il commissario, che perde così una moglie, ma trova una sorta di figlio.
Bedy Moratti
Blood Story (Storia di sangue)                                                 1972
Regia: Amasi Damiani
Musica: Gianfranco Di Stefano
Cast: Tony Kendall, Femi Benussi, Fortunato Arena, Piero Mazzinghi, Amedeo Timpani, Angelo Boscariol, Ada Pometti, Gualtiero Rispoli

Trama:
USA, anni '30. La gang capeggiata da Sam, dopo aver organizzato una rapina, sfumata per ragioni futili, si rifugia in un villaggio abbandonato, dove anche la banda di Louis attende il capo, finora sconosciuto, che si è deciso a guidare personalmente i suoi accoliti. Dopo alcuni lievi scontri le gang preferiscono allearsi. Nel villaggio giunge poi il pastore French in compagnia della moglie Dorothy. Il reverendo viene ritenuto da Louis l'atteso capo. In effetti, French avalla col suo comportamento tale supposizione. Finge di cercare un tesoro nascosto nel cimitero, mentre in realtà insegue suo fratello Teddy, uno dei banditi, per convertirlo a una vita dignitosa. Inoltre trova il modo per avvisare la polizia, la quale raggiunge e stermina i banditi. Dorothy, innamoratasi di Teddy, fugge con lui. Viene però raggiunta e ripresa dal marito, che nel frattempo ha dovuto dimostrare alla polizia di non essere un bandito.

I familiari delle vittime non saranno avvertiti                       1972

Regia: Alberto De Martino
Musica: Francesco De Masi
Cast: Antonio Sabato, Telly Savalas,
Paola Tedesco, Guido Lollobrigida

Trama:
Antonio Mancuso, il cui padre è stato eliminato dagli uomini di don Vincenzo, ha deciso di vendicarsi. Riesce a conquistare la fiducia del boss, diventando così il suo killer più affidabile. Quando iniziano i contrasti con don Vincenzo, Antonio riunisce i capi della mafia e ottiene da loro l'autorizzazione a uccidere il boss. La missione riesce ma, a questo punto, è lui a essere nel mirino dei mafiosi. Imitazione convenzionale dei film polizieschi americani secondo gli schemi che andavano di moda negli anni Settanta.


Rivelazioni di un maniaco sessuale
al capo della Squadra Mobile                                                  1972
Regia: Roberto Bianchi Montero
Musica: Giorgio Gaslini
Cast: Sylva Koscina, Farley Granger, Silvano Tranquilli,
Annabella Incontrera
Trama:
Cinque cadaveri di donne vengono ritrovati orrendamente seviziati e mutilati. La polizia è sottosopra anche perché le donne erano sposate a grossi papaveri della città. Si tratta di delitti compiuti da un maniaco, ma individuarlo non è semplice.
Solita sorpresa finale.

Al tropico del cancro                                                                1972 
Regia: Edoardo Mulargia
Musica: Piero Umiliani
Cast: Anthony Steffen, Gabriele Tinti, Umberto Raho, Anita Strindberg, Alfio Nicolosi

Trama:
Il dottor Williams medico in un ospedale di Port-au-Prince (Haiti), ha scoperto un allucinogeno dotato di un forte potere erotico. Alla sua formula che lo scienziato tiene rigorosamente segreta e che non vuole cedere a nessun prezzo sono interessati l'industriale Peacock e il suo socio Garner, un altro uomo d'affari (Mr. Prater) col suo braccio destro Murdock e infine, un amico di Williams, Fred Wright, giunto ad Haiti con sua moglie Grace. Scomparsi misteriosamente i due assistenti del medico, Klotz e Douglas (di questi Williams scopre il cadavere), un ignoto assassino uccide dapprima Prater e Murdock poi, spacciandosi per Klotz, attira in una trappola mortale anche Peacock e Garner. Dopo aver sorpreso insieme Grace e Williams, Fred si impadronisce di un quaderno di appunti appartenente al suo amico perché convinto che contenga la formula del suo afrodisiaco. Il falso Klotz lo informa, per telefono, dell'errore commesso e lo invita a un appuntamento, promettendo di consegnargli la formula in cambio di 30.000 dollari. All'incontro, però, sono presenti anche Williams e il capo della polizia, i quali scoprono che il misterioso assassino è Philip, direttore di un locale albergo. Ucciso Fred e ferito il poliziotto Philip riesce a fuggire ma quando per farsi strada ammazza anche un giovane negro, una folla di indigeni appicca il fuoco alla sua auto facendolo morire tra le fiamme.

L'istruttoria è chiusa: dimentichi                                           1972  Regia: Damiano Damiani
Musica: Ennio Morricone
Cast: Franco Nero, Riccardo Cucciolla, Turi Ferro, George Wilson, John Steiner
Trama:
Imputato di omicidio colposo e omissione di soccorso (per un incidente stradale di cui non si sa se egli sia davvero responsabile), il giovane e brillante architetto Vanzi finisce in prigione. Ben presto, la vita del carcere, la vicinanza di compagni di pena prepotenti e facili alla violenza, l'irragionevole durezza dei regolamenti e i metodi repressivi delle guardie gli causano una profonda angoscia, da cui si libera in parte - mentre attende la scarcerazione, di cui è certo - scoprendo che anche in galera contano sia il denaro che la protezione dei potenti. Trasferito in una cella migliore - per l'intervento di Rosa (una sorta di capo mafia del carcere che si è fatto imprigionare per difendere alcuni personaggi altolocati, responsabili di una spaventosa sciagura) - Vanzi ha per nuovo compagno un certo Pesenti, che è in possesso di prove sufficienti a incriminare i suddetti individui.

Poiché si vuole impedire ad ogni costo che costui testimoni al processo contro di loro, ne è stata decisa la soppressione. E Vanzi, il cui cambiamento di cella fa parte del sottile gioco ideato per far sì che l'uccisione di Pesenti appaia.


Non si sevizia un paperino                                                     1972  Regia: Lucio Fulci
Musica: Ritz Ortolani
Cast: Tomas Milian, Florinda Bolkan, Irene Papas, Barbara Bouchet, Marc Porel
 Trama:
Tutti gli abitanti di Accendura, un paesino aspro e sassoso della Lucania, dove spesso la magia e la superstizione si confondono ancora con la religione, sono profondamente sconvolti dalle crudeli uccisioni di tre bambini. Andrea Martelli, un giornalista in vacanza, segue le indagini dei carabinieri, specie quando questi appuntano le loro indagini su Barbara, una donna arrivata da poco dalla città per disintossicarsi della droga, che vive in una casa lussuosa, stranamente in contrasto con le misere case del paese. Barbara però risulta estranea ai delitti. Una povera demente, che ha ambigui rapporti con una specie di indovino-stregone che vive solo sulla montagna, ed è considerata da tutti una "maciara", cioè una strega, anche se confessa di aver fatto un sortilegio ai ragazzi perché colpevoli, secondo lei, di aver violato la tomba di una creatura, dimostra di essere innocente. Tuttavia, rimessa in libertà, la "maciara" viene massacrata dai genitori delle vittime. Intanto viene ucciso un quarto bambino. Il giornalista comincia a nutrire dei sospetti sul giovane prete del paese, soprattutto quando viene ritrovato un giocattolo - un paperino - che la nipote del sacerdote, una piccola sordomuta, ha straziato allo stesso modo di come erano stati sfigurati i corpi delle vittime...
Critica:
È considerato il capolavoro del regista e una delle opere fondamentali del thriller italiano, nonché uno dei film più inquietanti e morbosi girati dal regista. Era anche il suo film preferito. L'ambientazione in un paese retrogrado del sud Italia era inedita sino ad allora nel thriller italiano. Il soggetto del film è ispirato ad un fatto reale avvenuto a Bitonto nel 1971 dove ci fu una serie di omicidi con bambini come vittime.
Alla sua uscita Non si sevizia un paperino ricevette delle critiche negative. Morando Morandini  attaccò duramente il film, scrivendo: «Non si sevizia un paperino rientra perfettamente nelle regole più bieche di questo genere d'imitazione: disonestà nell'impiego della suspense, abuso dei particolari orripilanti. Negli anni '90 tuttavia il film è stato ampiamente rivalutato, fino ad essere considerato da molti il capolavoro di Fulci. In definitiva un thrilling per chi ama le sensazioni forti... in tutti i sensi! Violenza, tensione, angoscia, suspense, erotismo, nel film interpretato da sei grandi attori.
Florinda Bolkan e Barbara Bouchet

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