Anno 1973

1973
L'anno d'oro
del Poliziottesco

La polizia
sta a guardare
La polizia è al servizio del cittadino?
La polizia incrimina
la legge assolve 
Milano trema: la polizia vuole giustizia 
Milano rovente
Il boss


Milano trema: la polizia vuole giustizia                                  1973
Regia: Sergio Martino
Musica: Guido & Maurizio De Angelis
Cast: Luc Merenda, Richard Conte,
Martine Brochard, Lia Tanzi, Silvano Tranquilli
Trama:
Tornato a Milano, l'ispettore di polizia Giorgio Caneparo viene sospeso dal servizio per aver ucciso a sangue freddo due carcerati condannati all'ergastolo, che durante un trasferimento erano evasi, uccidendo sei poliziotti, un uomo e sua figlia, una bambina di otto anni. Caneparo viene rimproverato per come ha agito dal commissario Del Buono, preoccupato per l'uso dilagante da parte della polizia di questi metodi brutali. Del Buono rivela inoltre a Caneparo di indagare su un caso complesso: una serie di rapine in tutto il nord Italia, su cui gli promette di mantenerlo informato. Il commissario Del Buono tuttavia viene assassinato da ignoto sicario e Caneparo rivela al vicecommissario Gianni Viviani di indagare di propria iniziativa sull'omicidio del suo superiore e amico, il commissario Del Buono.
Per condurre le sue indagini Caneparo decide di infiltrarsi nella malavita milanese, dove conosce, tramite un vecchio detto Monsomerda, Padulo, un misterioso criminale, a cui l'ex poliziotto si propone come abile autista e Maria, un'affascinante universitaria, finita a fare la prostituta, soprannominata Maria Ex.
Padulo inizialmente sospettoso rifiuta, ma convintosi dell'affidabilità di Caneparo lo recluta tra i suoi, per realizzare una rapina. Caneparo allora, condotti i rapinatori alla banca dopo che questi hanno effettuato la rapina, li porterà alla questura, riuscendo a fare arrestare i rapinatori, ma non riuscendo ad impedire l'uccisione di Giacomo, il capo della banda, unico elemento riconducibile a Padulo, venendo così riammesso in servizio. Caneparo cercherà dunque di far testimoniare Monsù Merda, che lo aveva condotto a Padulo ma scopre che il vecchio è stato ucciso. Rintracciato Padulo, alias dott. Salussoglia, a Bergamo, Caneparo cercherà di farlo parlare, ma viene fermato dalla sicurezza e dalla polizia locale. Caneparo allora cercherà di fare testimoniare Maria Ex, il cui fidanzato era stato ucciso alla questura, ma senza successo perché la ragazza viene uccisa da ignoti. Tornato da Padulo il vice-commissario si scaglierà contro il criminale, che nella colluttazione sbatterà la testa, andando in coma. Ma la scalata per arrivare al colpevole non finirà qui, poiché l'ispettore scoprirà la complicità del suo collega, Viviani, nell'omicidio del commissario Del Buono e nelle rapine, architettati da Padulo, che nel tentativo di difendere, verrà ferito, quasi mortalmente. Viviani allora rivelerà la sua vera autorità sul defunto Padulo, presentandosi come capo di un'organizzazione interna alle forze dell'ordine, affiliata a gruppi golpisti, a causa dell'insoddisfazione del troppo lento e inefficace ordinamento giudiziario italiano. Caneparo dunque si fingerà favorevole ad aderire
Martine Brochard
all'organizzazione, anche se ostile ad essa, dal momento che essa è la vera responsabile della morte del commissario Del Buono. Caneparo, ripresosi, rintraccerà Viviani proprio mentre questi sta cercando di riparare all'estero, e lo inseguirà. Nella disperata fuga, Caneparo per fermare il collega, urta l'auto di Viviani che cade in un avvallamento, causando la morte del poliziotto. L' ispettore Caneparo, rendendosi conto di aver agito da criminale come poliziotto e da poliziotto come criminale, e non essendo riuscito ad evitare la morte del suo colluso superiore, è costretto al sopraggiungere degli agenti a gettare la pistola e consegnarsi, per poi rassegnare le dimissioni definitivamente.
Luc Merenda
Critica:
Al di là della sua intonazione politica – peraltro appena accennata e molto relativamente credibile – la trama poggia interamente sull’azione; azione che Sergio Martino ha sfruttato con abile mestiere sul piano, soprattutto, della spettacolarità, conferendo così alla pellicola toni incisivi ed esaltanti, capaci di destare nello spettatore un interesse pressoché costante. Conferisce validità al film l’ottima interpretazione di Luc Merenda.
Vice - Il Messaggero - 01/09/1973

Tutti figli di mammasantissima                                               1973
Regia: Alfio Caltabiano (Tony Norton)
Musica: Guido & Maurizio De Angelis
Cast: Ornella Muti, Luciano Catenacci,
Tano Cimarosa, Pino Colizzi, Brenda Wilde
Trama:
Bug Morano, boss di Chicago d'origine sicula, ha due avversari: un certo Puddu Campolia, che fa eliminare con facilità a New York dal fratello, Lupo; e il falso "Reverendo", capo di una banda di irlandesi, che, nella stessa Chicago, gli fa concorrenza tanto nella casa da gioco che nel contrabbando degli alcolici. Mentre la guerra con gli irlandesi è in pieno sviluppo; raccomandato dal curato di Sette Cannoni, giunge il giovane Salvatore Mandolea, ricco di idee, deciso a divenire in breve un "mammasantissima" e incline a maneggiare mitra o lupara. Il contributo dell'aspirante mafioso, per vincere il "Reverendo" sarebbe decisivo, se non intervenisse il geloso e incapace Lupo. Quando la battaglia tra Bug e il "Reverendo" diviene frontale e senza appello, Salvatore si innamora di Santuzza, figlia di Bug, la rapisce e la sposa. Con la preziosa consorte, poi, si intromette tra i litiganti, divenendo il riverito capo dei due clan.
Critica:
Ornella Muti
Un percorso grottesco, tra mitra e lupare, tra schiaffoni e carte da gioco, che racconta, anche, una trance di storia americana. Certo, tutto con il piglio per far ridere e divertire, non con quello serio de Il padrino (più o meno coevo a questo), per intenderci... Tutti i figli di Mammasantissima diverte ed "educa". E poi conquista anche attraverso la qualità intrinseca del film. Ben fatte le scenografie grazie anche ad una scelta delle location ineccepibile (gran parte del film, degli esterni del film, è girato in Irlanda), ottime anche le ricostruzioni degli interni. E se da una parte gli ambienti danno un bel valore aggiunto anche la regia, pulita decisa, ed una buona sceneggiatura fanno il resto, con la collaborazione di un cast di caratteristi all'altezza della situazione... quindi un bel trash che non ha nulla da invidiare ai film di oggi...


Sette ore di violenza per una soluzione imprevista                1973
Regia: Michele Massimo Tarantini
Musica: Alessandro Alessandroni
Cast: George Hilton, Rosemarie Dexter, Ernesto Colli, Steffen Zacharias, Renata Zamengo
Trama:
Per riavere importanti negativi, che testimoniano di un suo delitto, il killer George Anderson accetta di eliminare un certo Mike Papadopoulos, capocantiere dell'armatore Kavafis. L'omicidio fallisce, ma l'uomo muore egualmente, ucciso per errore dalla moglie. Mentre Kavafis (che, tenendosi nell'ombra, ha assoldato George tramite l'avvocato Plastiropoulos) ordina di uccidere il killer, questi - braccato contemporaneamente dalla polizia e da tre scherani cinesi di Kavafis - trova protezione nella giovane vedova di un pilota, Elena Karlatos che si è innamorata di lui. Fallito un duplice tentativo di lasciare Atene per Roma, George, ormai deciso a trovare chi sta dietro alla faccenda, riesce finalmente, interrogando la moglie di Papadopoulos, a risalire a Kavafis. Scopre così che è stato costui a ordinare l'uccisione del suo capocantiere, che lo ricattava a motivo di reiterate truffe ai danni di una compagnia assicuratrice. Eliminati i cinesi, George affronta l'armatore e lo uccide, dopo aver liberato Elena, sua prigioniera, e riavuto i negativi compromettenti.
Rosemarie Dexter
Critica:
"Macchinosa nell'intreccio, approssimativa sotto il profilo psicologico, la vicenda - fumettistico miscuglio di elementi gialli con altri attinti alla moda del karaté - basa le sue risorse spettacolari sull'uso continuo della violenza, sconfinante spesso nel sadismo." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 76, 1974)."E' un sottoprodotto della pornografia della violenza in voga che ha come casuale teatro d'azione la Grecia." (M. Morandini, "Il Giorno", 12 luglio 1974)


Un tipo con la faccia strana ti cerca per ucciderti                 1973
Regia: Tullio Demicheli
Musica: Nando de Luca Rolla
Cast: Arthur Kennedy, Barbara Bouchet,
Angel Alvarez, Christopher Mitchum, Paola Senatore

Trama:
L'anziano Gaspare Aversi, dedito a loschi traffici, viene ucciso da un uomo, don Vito, che si impadronisce della sua "organizzazione". Finito in carcere, per aver cercato di vendicare il padre, il giovane Rico, scontati due anni è incitato dalla madre a ripetere il tentativo. Alleatosi con un ex amico di Gaspare, Cirano, passato poi al servizio di don Vito, Rico si impadronisce di cinquecento milioni e di un bel po' di diamanti, frutto di un operazione tra il "boss" e un marsigliese. Riuscito a salvarsi dal tradimento di Cirano, che vuole per sé tutto il malloppo, e dalla vendetta del marsigliese Rico - dopo che don Vito per attirarlo in una trappola, gli ha fatto uccidere la madre, la sorella e il cognato - affronta il "boss" nella sua tana e lo uccide, ma paga la vendetta con la propria vita. 

Paola Senatore
                                                    
La polizia è al servizio del cittadino?                                     1973
Regia: Romolo Guerrieri
Musica: Luis Enriquez Bacalov
Cast: Enrico Maria Salerno, John Steiner, Stella Carnacina,
Giuseppe Pambieri, Cinzia Bruno,
Memmo Carotenuto
Trama:
In seguito alla brutale uccisione di un uomo appeso al gancio di una gru nel porto di Genova il commissario Nicola Sironi - un "duro" separato dalla moglie e contestato dal suo unico figliolo, il quale mal sopporta i limiti che la legge e i regolamenti interni impongono all'opera della polizia - indaga su un racket mafioso che regola i prezzi nei mercati all'ingrosso del capoluogo ligure. L'opera del commissario è resa difficile, però dall'omertà, dalla sistematica soppressione dei probabili testimoni, dal tradimento di un collega, il commissario Martino vendutosi al capo del racket. Scoperto e ravvedutosi Martino tende una trappola a quest'ultimo registrando una sua compromettente telefonata ma viene ucciso dai suoi uomini, mentre qualcuno provvede negli uffici della polizia a far sparire i "nastri", Vedendosi sfuggire la sua preda, un insospettabile industriale e proprietario di giornali, Sironi decide di far giustizia da solo: sequestra il boss e lo fa uccidere da un treno in corsa.
Critica:                                     
Continuano a venire alla luce i film “cronologicamente” commissionati nel periodo andreottiano, quelli del filone politico-poliziesco che già in precedenza avevano fatto le prove su esempio americano (e ricitiamo il solito “braccio violento” del non favoloso Gene Hackman). In questo di Romolo Guerrieri, confezionato con maggiore astuzia e sapienza professionale di altri consimili, agisce Enrico Maria Salerno […]. Nell’universo di questo filone cine-poliziesco c’è posto solo per il fermo di polizia e la repressione violenta. La democrazia? E che cosa sarà mai? Le leggi? Fatte per essere calpestate.

La polizia incrimina la legge assolve                                       1973
Regia: Enzo G. Castellari
(Enzo Girolami)
Musica:
Guido & Maurizio De Angelis
Cast: Franco Nero, James Whitmore, Delia Boccardo, Fernando Rey, Silvano Tranquilli, Luigi Diberti, Duilio Del prete
Trama:
La lotta per il controllo del traffico della droga nel centro storico di Genova insanguina la città. A fare concorrenza al clan del vecchio Cafiero è quello gestito dal potente e insospettabile industriale Franco Griva. Il commissario Belli, che indaga su un grosso traffico di droga tra Genova e Marsiglia, nel quale sono implicate le due bande rivali, arresta un uomo, "il libanese", che potrebbe rivelarsi prezioso. Ignoti sicari, però uccidono quest'ultimo, per impedirgli di parlare, durante la sua traduzione in questura. Avendo intuito che nell'affare è appunto coinvolto il potente e insospettabile industriale Franco Griva, Belli riesce a convincere il suo più anziano e prudente collega, il commissario-capo Scabino, che su tale individuo ha raccolto già un importante "dossier" (ma gli mancano prove realmente decisive) a consegnarlo a chi di dovere. Anche Scabino, però, viene ucciso prima di aver potuto consegnare il "dossier". Il giovane commissario Belli decide perciò di ricostruire il dossier sui Griva e di recarsi a Marsiglia  per ottenere da Cafiero una soffiata sui traffici del clan rivale. Per vendetta Griva farà picchiare selvaggiamente la compagna del Belli e ne farà uccidere vigliaccamente la figlia. Anche Cafiero verrà ucciso ormai lasciato solo dai suoi stessi scagnozzi. Sgominata la banda nei sui ranghi inferiori, e stroncato nuovo traffico del clan Griva imbastito col Libano. è improbabile che egli possa risalire al suo intangibile capo. Belli nella scena finale, solo sulla spiaggia, immagina la sua morte. (Vedi il film completo).
Critica:
Poliziottesco all'italiana con ambizioni di critica sociale (la connivenza tra alta finanza e criminalità) subordinate però alla messinscena spettacolare della violenza. Corredo di attori noti. Più interessante e meno trucido del solito. (Il Morandini - Dizionario dei film)
Franco Nero in una scena del film
La polizia sta a guardare                                                          1973
Regia: Roberto Infascelli
Musica: Stelvio Cipriani
Cast: Enrico Maria Salerno, Lee J. Cobb, Jean Sorel, Luciana Paluzzi, Claudio Gora, Laura Belli

Trama:
Un funzionario di polizia, il dottor Cardone, è chiamato a sostituire, in una cittadina del nord, il questore Jovine, che, impotente a combattere, coi mezzi consentiti dalla legge, la delinquenza scatenata (il cui ultimo atto è stato il rapimento di un giovane benestante), ha preferito dimettersi. Deciso a usare, coi criminali, la maniera forte, e non a farsi legare le mani da scrupoli legalitari, Cardone mette dapprima a repentaglio, pur di catturare alcuni rapinatori di banca, la vita dei loro ostaggi; manda poi a monte, grazie a illecite intercettazioni telefoniche, il sequestro, a scopo di riscatto, del rampollo di un ricco industriale. Per indurlo a più miti consigli, allora, gli organizzatori di questo e del precedente sequestro gli rapiscono il figlio, Maurizio. Dopo le prime, comprensibili, incertezze, Cardone - spronato dallo stesso Maurizio, col quale ha potuto parlare per telefono - si rifiuta di venir meno alla linea fino ad allora seguita. Scopre, grazie alle informazioni di un membro della banda, che il capo di questa è lo stesso dottor Jovine (che vuole impiegare i soldi dei vari riscatti per preparare un colpo di Stato); fa arrestare il suo predecessore e, infine, ordina di assaltare la casa in cui il figlio è tenuto prigioniero. I sequestratori riescono egualmente a fuggire, ma al termine di un lungo inseguimento, che costerà la vita di un bambino e gravissime ferite a Maurizio (gettato dalla loro auto), la polizia li ucciderà.
Enrico Maria Salerno in una scena del film
Critica:
Il successo di “La polizia ringrazia” di Stefano Vanzina ha spinto ora il produttore Roberto Infascelli a dirigere personalmemte quello che può considerarsene il seguito […]. E il debutto è tecnicamente valido, perché il film ha un ritmo serrato e convincente […]. [Il film] funziona egregiamente a livello di spettacolo sebbene il desiderio di approfondire il dramma del protagonista costringa il copione a disegnare frettolosamente le numerose figure e situazioni di contorno. Meno consenzienti ci trova però la morale della pellicola, che da un lato sembra, sia pure per vie indirette, invocare metodi sbrigativamente autoritari nella tutela della salute pubblica, e dall’altro, nel suo cercar di risalire alle origini dell’ondata delinquenziale, fa troppo spesso ricorso alla teoria degli “opposti estremismi”. Cardone è Enrico Maria Salerno, bravo come al solito. […] Ben misurata Luciana Paluzzi. Bir. (Guglielmo Biraghi) - Il Messaggero - 24/11/1973

Luciana Paluzzi
Nata a Roma nel 1931, Luciana Paluzzi entra nel mondo dello spettacolo lavorando nei fotoromanzi di "Luna Park" e "Sogno" (con il nome di Daniela Saffi) e al cinema in piccole parti: la si intravvede anche nel mitologico Le fatiche di Ercole e nella Tigre di Eschnapur. La carriera dell'attrice sembra decollare lentamente attraverso commedie, western-spaghetti e polizieschi, ma nel 1965 si presenta l'occasione d'oro: Agente 007, Operazione Tuono dà alla Paluzzi una buona popolarità ed il successo la porta ad Hollywood. Ma si tratta di un breve periodo. Tornata in Italia, l'attrice riprende i ruoli già conosciuti, dividendosi tra commedie a polizieschi.


Troppo rischio per un uomo solo                                             1973
Regia: Luciano Ercoli
Musica: Giampaolo Chiti Hill
Cast: Giuliano Gemma, Susan Scott,
Stella Carnacina, Glauco Onorato
Trama:
L'argentino Rudy Patti, campione di "formula 1", viene arrestato da Scotland Yard perché sospettato d'aver ucciso la sua amante, Nina. Poiché la sera in cui fu commesso il delitto egli era ubriaco, Rudy non è in grado di difendersi e finisce in prigione. Essendo intanto scomparsa la sua auto e una valigia con 500.000 sterline di eroina - ve l'aveva depositata Nina collegata ad una gang di spacciatori - il loro capo Browner fa evadere Rudy (che non sa nulla della droga) convinto che egli li condurrà sulla traccia della valigia stessa. Incalzato dalla polizia, che lo vuole riacciuffare e dagli uomini di Browner Rudy - con l'aiuto di Piero un suo amico meccanico, il quale, recuperata la macchina che era stata rimossa dai vigili urbani perché male parcheggiata, si ritrova la valigia - riesce a dimostrare la propria innocenza per quanto riguarda l'uccisione di Nina e far arrestare Browner, che ne è il vero responsabile, sia per questo delitto, che per il traffico di stupefacenti.

Servo suo                                                                                    1973
Regia: Romano Scavolini
Musica: Carlo Esposito
Cast: Cristea Avram, Alberto Bertoli,
Lee Lender, Gioacchino Maniscalco, Paola Senatore
Trama:
Il prof. Martin, finito in miseria a Palermo, tira a campare insegnando l'inglese a un ragazzo paralitico figlio di un grosso mafioso. Ricattato per via della madre, rinchiusa in un manicomio di Londra, il professore deve accettare le proposte della banda di Don Calogero e, dopo un periodo di addestramento che ne fa un freddo killer, si reca ad Amsterdam per compiere la missione ai danni della banda del Cav. Pizzuto, avversario del boss palermitano. Martin, seguendo esattamente gli ordini che via gli pervengono, seminando cadaveri lungo la tortuosa strada, perviene alla meta. Tuttavia, quando si trova faccia a faccia con la vittima, rimane un momento interdetto: si tratta ancora di un giovane paralitico, figlio del Pizzuto. L'incertezza del killer permette al ragazzo di estrarre la pistola che tiene nascosta e di colpire a morte il professore-assassino.



Bisturi la mafia bianca                                                              1973
Regia: Luigi Zampa
Musica: Riz Ortolani
Cast: Enrico Maria Salerno, Senta Berger, Claudio Gora, Gabriele Ferzetti, Luciano Salce, Giorgio Sammartino, Tina Lattanzi
Trama:
Il professor Daniele Vallotti, luminare della chirurgia, è proprietario di una lussuosa clinica, i cui malati sono selezionati in base al reddito. Per mascherare la sua avidità, e procurarsi la fama di benefattore, una volta alla settimana egli visita e opera gratuitamente i poveri di un ospedale. Nell'équipe di medici della sua clinica - che, deboli o incapaci, gli ubbidiscono come a un sovrano - ce n'è uno però - il dottor Giordani - che oltre ad essere professionalmente coscienzioso, è anche onesto. Sconvolto da un'ultima malefatta di Vallotti (per far insabbiare un accertamento del fisco nei suoi riguardi, ha abbandonato a mezzo un'operazione, facendo morire il paziente), Giordani, che aveva già cercato di rovinarlo con lettere e telefonate anonime, denuncia il chirurgo alla procura. Giocando il tutto per tutto, Vallotti, d'accordo coi medici della clinica, organizza un complotto contro Giordani, ponendolo con l'inganno in condizioni di sbagliare un intervento chirurgico. Posto dinanzi a una scelta - o essere denunciato per omicidio, o far carriera con l'aiuto dello stesso Vallotti - Giordani china il capo: ritirerà la denuncia. Il trionfo del disonesto chirurgo è però guastato da una terribile certezza: una malattia inguaribile lo costringerà a ritirarsi dalla professione e ad affidarsi a sua volta alle infide mani di qualche suo collega.
Senta Berger
La ragazza di via Condotti                                                       1973
Regia: German Lorente
Musica: Enrico Simonetti
Cast: Michel Constantin, Femi Benussi,
Giuseppe Castellano, Simón Andreu, Patty Shepard
Trama:
Simone Bernier moglie dell'investigatore privato Sandro Mattei, dedita alla droga e all'alcool, viene strangolata durante un convegno amoroso da Mario Ceccacci per ordine dell'Anonima Ricatti. Mario è fratello di Laura ex baraccata, spogliarellista, amante del ricchissimo avvocato Giorgio Russo esponente dell'Anonima. A Russo, il vedovo Mattei affida la parte legale del caso mentre per conto suo, tra una sosta e l'altra nelle braccia della collaboratrice Tiffany e poi della stessa Laura, e scampando a sanguinosi agguati, si adopera a dipanare la matassa sempre più imbrogliata. Scoperta la tresca, l'avvocato restituisce a Mattei il mandato, procede all'eliminazione di Mario e, con un banale trucco incastra e manda in galera lo stesso Mattei che comunque promette di smascherarlo. Dal carcere Mattei invia gli auguri a Laura per le imminenti nozze con Russo e le fa domandare se sia felice.

Femi Benussi
Femi Benussi, nome d'arte di Eufemia Benussi nasce a Rovigno - Istria, oggi Croazia il 4 Marzo 1943. Dopo una delusione sentimentale ha lasciato la natìa Rovigno per trasferirsi a Roma.
Subito notata per la sua bellezza, è stata scelta nel 1965 da Massimo Pupillo per interpretare Boia scarlatto. Da allora, ha girato quasi ottanta film in circa dieci anni di carriera. 
Specializzata in B-movie, in particolare commedie erotiche e film di genere poliziottesco, ha avuto tuttavia un ruolo importante in Uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini.




Violenza contro la violenza                                                      1973
Regia: Rolf Olsen
Musica: Francesco De Masi
Cast: Amadeus August, Christine Bohm, Daniela Gioedano, Gianni Macchia 

Trama:
Un giovane delinquente, Heinz appena evaso dal carcere grazie all'aiuto di due complici (Stivo che resta però nelle mani della polizia e l'italiano Luigi) organizza con Luigi, con la sua fidanzata Aidi e con il fratello di lei, Christian l'assalto a una banca di Monaco di Baviera. Penetrati nell'istituto di credito, i tre uomini - Aidi attende all'esterno nascosta in una roulotte - prendono in ostaggio alcune persone tra cui la figlia di un ricco finanziere, pretendendo per il loro riscatto quattro milioni di marchi. Per evitare il peggio (uno degli ostaggi, una donna, è già morta per un attacco cardiaco; un altro è stato ferito dal brutale Heinz) le autorità consegnano ai tre delinquenti la somma richiesta nonché un auto per allontanarsi. Presi a bordo tre ostaggi i delinquenti si congiungono ad Aidi che, nel frattempo per un errore ha ucciso Stivo rilasciato dalla polizia. Un poliziotto scopre i fuggitivi e viene ucciso ma Luigi rimane gravemente ferito dal cane della vittima. Morto l'italiano, mentre Aidi tentava di impedirgli il suicidio Heinz e gli altri raggiungono una casa isolata in un bosco dove gli agenti, chiamati da un medico che aveva curato Luigi, li snidano e li ammazzano.


L'onorata famiglia: uccidere è cosa nostra                             1973
Regia: Tonino Ricci
Musica: Bruno Nicolai
Cast: Raymond Pellegrin, Edmund Purdom, Simonetta Stefanelli, Maria Fiore, Aldo Barberito
  Trama:
Due boss mafiosi, Antonio Marchesi e don Peppino Scalise, si contendono il campo della speculazione edilizia a Palermo. Il contrasto si conclude con la vittoria del secondo, che fa uccidere il rivale. Al delitto, compiuto da due sicari di don Peppino - Johnny De Salvo e Turi Nannisco -, assiste il capomastro di Marchesi, Orlando Federici, destinato qualche tempo dopo, nel timore di una sua delazione, a seguire il padrone nella tomba. Incaricato delle indagini, il commissario La Manna tenta di indurre la vedova di Federici a testimoniare contro don Scalise. Vi riesce soltanto quando i sicari del boss uccidono, mirando a lei, il suo figlioletto. Il processo, però, si conclude con l'assoluzione del mafioso e dei suoi sicari. Deciso a non darsi per vinto, La Manna entra in contatto con un pregiudicato che, volendo vendicarsi di don Peppino, promette al commissario, in cambio di un passaporto falso, importanti rivelazioni a carico del boss. L'uomo, però, viene ucciso prima di aver potuto mantenere la promessa. Scampato a un attentato di Johnny e Turi, che vi lasciano la vita, il commissario riesce finalmente, grazie a importanti documenti scovati in una cassetta di sicurezza del defunto Marchesi, ad arrestare don Scalise. Mentre si appresta a salire su una camionetta della Polizia, però, il boss viene ucciso da un ignoto killer della mafia. L'"onorata società" ha ancora una volta partita vinta.




Number One                                                                              1973
Regia: Gianni Buffardi
Musica: Giancarlo Chiaramello
Cast: Renzo Montagnani, Luigi Pistilli
Trama:
Una giovane signora americana Deborah, alloggiata in una villa della capitale muore per effetto della droga, ma la sua fine viene ufficialmente attribuita a un suicidio, mentre il marito Teddy Garned fugge. Questi fatti danno il via ad una serie di inchieste condotte da polizia e carabinieri su un mondo equivoco il cui punto di ritrovo è un celebre locale notturno; vengono alla luce così tra personaggi illustri e sconosciuti drogati e trafficanti di droga, pestaggi e assassinii, implicazioni politiche, sequestri e ricatti, ragazze facili e un vorticoso giro di cambiali. Durante le indagini su un furto di quadri gli inquirenti hanno ragione di sospettare che una banda di ladri di opere d'arte sia anche implicata nel traffico della droga. Non riescono però non avendone le prove ad arrestare i colpevoli tanto più che i capi della gang provvedono ad eliminare fisicamente i testimoni della loro criminosa attività. Tutto quello che la polizia riesce ad ottenere è di riesumare il cadavere dell'americana, per sottoporlo ad autopsia.


Si può essere più bastardi dell'ispettore Cliff?                       1973
Regia: James Hildyard
Musica: Riz Ortolani
Cast: Stephanie Beacham, Red Carter, Luciano Catenacci, Verna Harvey
Trama:

Cliff Hoyst agente federale del Narcotics Bureau, s'è introdotto nell'organizzazione londinese di un trafficante di droga, Morell, riuscendo a conquistarsi la sua fiducia e a diventare suo socio. Inviato nel Libano per impedire alla banda concorrente di "Mama la Turca" l'acquisto di una grossa partita di droga adempie la missione, ma provoca la reazione della donna che invia a Londra uno dei suoi uomini Gamble col compito di costringere Morell ad associarla a sé. Agendo senza scrupoli e all'insaputa dei propri superiori, Cliff si sbarazza di Gamble e dei suoi sicari facendo poi scomparire i loro cadaveri. Mentre Morell, che è riuscito ad assicurarsi l'affare soffiato a "Mama la Turca", si prepara a spedire la droga a New York all'indirizzo di un altro trafficante Marco "Mama" si precipita a Londra per vendicarsi di Morell. Scoperto il suo rifugio, Cliff libera la ragazza Joan, che la "Turca" si è presa come ostaggio (appartiene all'organizzazione di Morell, e Hoyst ne è innamorato) convince poi la donna a dargli un milione di dollari assicurandole che la droga anziché a New York, giungerà a Detroit per essere presa in consegna da Tony Arcaro, socio della stessa "Mama". Giunta la droga a Detroit, la polizia avvertita da Cliff sorprende in un deposito di merci - mentre si disputano la "partita" - Marco, Arcaro e i figli di "Mama", e alla loro reazione li uccide. Convinta, come Cliff aveva previsto di essere stata giocata da Morell, la donna uccide il trafficante per essere a sua volta ammazzata da Cliff. Riuscitogli il piano che s'era sempre proposto - aizzare tra loro le varie bande per ricavarne soprattutto un vantaggio personale -, Hoyst s'appresta a godersi i suoi soldi con Joan, ma la ragazza, disgustata dal suo cinismo, lo ammazza.


Il Consigliori                                                                              1973
Regia: Alberto De Martino
Musica: Riz Ortolani
Cast: Tomas Milian, Martin Balsam, Francisco Rabal, Dagmar Lassander
 Trama:
Thomas Accardo, giovane avvocato è figlioccio di don Antonio Macaluso, boss della cosca mafiosa che da Los Angels estende il suo dominio sul West. Finito per breve tempo in prigione e innamorato di Laura Murcison, Thomas Accardo, il "Consigliori", decide di ritirarsi per esercitare onestamente la propria professione. Del fatto - contrario alle leggi mafiose - come previsto da don Antonio e dai suoi ne approfitta l'arrivista Garofalo, che in breve raccoglie attorno a sé altri dissidenti e scatena una guerra contro la famiglia Macaluso. I sette morti, gli undici uomini fuori combattimento e le numerose defezioni inducono Thomas a riprendere il suo posto e ad accettare un incontro pacificatore che solo per la correttezza del mediatore don Michele non si trasforma in strage. Trasferitisi in Sicilia spalleggiati da Calogero, i Macaluso si riorganizzano e affrontano Vincenzo Garofalo giunto a sua volta nell'isola per lo scontro definitivo. Il traditore viene ucciso da Thomas che, tuttavia, rimane ferito gravemente e poco dopo spira tra le braccia del padrino.
Nonostante le cadute commerciali, è un film ricco d'azione e diretto con professionalità. Tutti bravi, in testa Martin Balsam.


La mano nera                                                                            1973
Regia: Antonio Raccioppi
Musica: Carlo Rustichelli
Cast: Michele Placido, Philippe Leroy, Luigi Pistilli, Lionel Stander, Rosanna Fratello
 Trama:
Antonio Turrisi un giovane siciliano emigrato in America, uccide per legittima difesa, un affiliato alla "Mano nera", Uno dei suoi capi il "Professore" (è grazie a lui che egli ha potuto sopraffare l'avversario) prende Antonio sotto la propria protezione; gli evita la morte quando il giovane trasgredendo gli ordini ricevuti salva dal marciapiede una ragazza Angela Musumeci, fatta venire dalla Sicilia con l'inganno; riesce infine a farlo ammettere nell'"organizzazione". Innamoratosi di Angela, che diventa, sua moglie, Antonio partecipa, all'inizio piuttosto inconsciamente, a vari misfatti della "Mano nera". Impegnatasi in cambio di illeciti favori a far vincere nelle elezioni alla carica di governatore di New York il candidato democratico l'"organizzazione" sopprime, dopo una serie di atti terroristici e intimidatori, il candidato repubblicano. Arrestato, con altri affiliati alla "Mano nera", e poi assolto, Antonio viene rimandato in Sicilia con il compito di uccidere il poliziotto Petrosino, nemico numero uno dell'"organizzazione". Antonio si rifiuta di eseguire l'ordine, ma a prezzo della propria vita.

L'amico del padrino                                                                  1973
Regia: Frank Agrama
Musica: Fred Bongusto
Cast: Richard Harrison, Erika Blanc, Ian Flynn, John Graham, Stan Navarra
Erika Blanc
Trama:
Richard Murdok, che, bambino, aveva assistito allo scempio della propria famiglia, diventato adulto, attende il momento della vendetta che puntualmente si verifica ogni volta che il Padrino, un italo-americano, gli ordinerà di eliminare qualche concorrente o traditore. Ricevuta una comunicazione da una isoletta vicina ad Istanbul si reca a Napoli, dove fa fuori, con il sistema della macchinetta a gas, Vincent Poselli. Non è ancora ritornato al domicilio, accompagnato dalla ritrovata fiamma Jenny, che è convocato dal Padrino in persona, il quale gli ordina l'eliminazione di Corsini, un pezzo da novanta, sleale concorrente della "famiglia". Ma l'affare si complica poiché Ribicoff, luogotenente del Padrino, viene ucciso, e se ne dà la colpa a Richard. A salvarlo interviene Antonio d'Amati un marinaio di antica conoscenza, ma uomo di Corsini. L'imbroglio si sviluppa in una faida sanguinosa: Murdok accetta di ubbidire alla condizione di poter uscire dal giro della mala. Ma pur avendo eliminato Corsini, mentre con Jenny sta salpando verso la vita libera, la barca esplode in mare. Antonio d'Amati è il nuovo amico del Padrino.


Un uomo da rispettare                                                              1973
Regia: Michele Lupo
Musica: Ennio Morricone
Cast: Giuliano Gemma, Kirk Douglas Florinda Bolkan, Wolfgang Preiss, John Bartha
Trama:
 Stephen Wallace, espertissimo scassinatore, esce dalle prigioni di Amburgo dove ha scontato due anni di pena, atteso dalla moglie Anna che spera di vederlo cambiar vita e da un boss del crimine, Müller, che gli propone subito invece, un colpo colossale (bottino; due milioni di dollari). Deciso a tentare l'impresa per conto suo (il malloppo è nella cassaforte di una compagnia di assicurazioni, difesa da un formidabile sistema d'allarme) Stephen si trova un complice, l'acrobata italiano Marco al quale, seguendo un astutissimo piano, affida il compito di svaligiare mentre lui vuoterà la cassa dell'assicurazione, quella, assai meno fornita di un banco di pegni: Wallace si lascerà poi arrestare come autore del secondo colpo, per godersi, scontata una lieve pena, il suo bel mucchio di dollari. Compiuta la sua parte Stephen si trasferisce nell'agenzia dei pegni da cui è appena sortito Marco e fa accorrere la polizia. Quando gli agenti scoprono il cadavere del guardiano, Stephen, il cui piano, per la dabbenaggine di Marco o per un suo diabolico calcolo, è ormai rovinato, scappa, benché gravemente ferito, e raggiunge il complice - in procinto di imbarcarsi coi due milioni di dollari sulla stessa nave con cui anche Anna, delusa dal marito ha deciso di partire. Ucciso Marco, Stephen si lascia docilmente 
arrestare.


  Florinda Bolkan e Kirk Douglas in una scena del film
La mano spietata della legge                                                    1973
Regia: Mario Gariazzo
Musica: Stelvio Cipriani
Cast: Klaus Kinski, Philippe Leroy, Silvia Monti,
Denise O'hara, Lincoln Tate, Guido Alberti
Trama:
Frank Esposito, mafioso piantonato in ospedale, viene ugualmente ucciso da un killer fatto venire appositamente da New York. Il commissario Gianni De Carmine, e i suoi immediati superiori non hanno difficoltà ad attribuire il delitto ad un regolamento dei conti. Tuttavia, quando lentamente il meccanismo delle indagini si mette in cammino, tutti i testimoni vengono rapidamente eliminati: anche Giuseppe De Leo, che si trova nelle mani della polizia, viene trasferito, anche l'agente Venturi che si trova in carcere. Il dr. De Carmine, inviso ai superiori per la troppa facilità con cui impiega metodi violenti, non tarda ad accorgersi che la mafia ottiene informazioni da colleghi. Dopo essere stato preso e pestato dagli avversari, il commissario smaschera il collega D'Amico e riesce ad individuare alcune grosse pedine della banda: Niccolò Petrovita e il prof. Palmieri. Ma a questo punto, avendo colpito troppo in alto, il duro commissario viene punito dalla mafia con l'assassinio di Linda, la sua ragazza, e dai superiori viene spedito a Milano.


Baciamo le mani                                                                        1973
Regia: Vittorio Schiraldi
Musica: Enrico Simonetti
Cast: Arthur Kennedy, John Saxon, 
Agostina Belli, Pino Colizzi, Spiros Focás
Trama:
Stefano, figlio dell'esponente mafioso Angelino Ferrante, viene ucciso da Gaspare Ardizzone perché si rifiutava di vendergli un terreno edificabile. Il vecchio Ferrante manda a chiamare dall'America Santino Billeci, dalla cui autorità e fermezza spera giustizia e vendetta. Ma Billeci viene ucciso da Ardizzone, il quale diventerà poco dopo il capo riconosciuto della mafia locale, che soggiace ormai ai suoi metodi sanguinosi. Masino, figlio del consigliere di Angelino Ferrante, prende a proteggere Mariuccia, la vedova di Stefano, che s'innamora di lui e ne rimane incinta. Per questo motivo, e perché le ha fatto vendere il terreno conteso, Masino è indotto dallo stesso padre a suicidarsi, dopo che Mariuccia è stata soppressa. Angelino Ferrante è inviato al confino su denuncia di Gaspare Ardizzone, e allora Luca, cugino di Stefano, decide di farla finita: uccide un gruppo di avversari e si scontra con Ardizzone che, prima di essere ucciso, lo ferisce. Poiché anche lui ha trasgredito le "regole" viene ucciso. Tornato clandestinamente dal confino, Angelino Ferrante si reca sul terreno ormai irto di edifici in costruzione: viene ucciso fra l'indifferenza degli operai, e una ruspa ne copre di terra il cadavere.

Agostina Belli
Il boss                                                                                         1973
Regia: Fernando Di Leo
Musica: Luis Enriquez Bacalov
Cast: Henry Silva, Richard Conte, Gianni Garko, Vittorio Caprioli, Mario Pisu 
 Trama:
Lanzetta è il killer di fiducia della famiglia mafiosa di Carrasco, comprendente Giuseppe D'Aniello, Maione, Pignataro ed altri. La sua prima azione consiste nel massacrare Antonino Attardi e nove altri uomini della sua cosca mentre assistono in una saletta privata alla proiezione di un film pornografico. Il calabrese Cocchi riesce a riorganizzare la "famiglia" di don Antonino e fa sequestrare Daniela D'Aniello, ragazza drogata e ninfomane, per la quale chiede un riscatto di mezzo miliardo di lire. Per ordine di Carrasco, Lanzetta uccide don Giuseppe e Maione, rispettivamente padre e zio della sequestrata, quindi irrompe nel covo di Cocchi e qui libera la ragazza e compie un'altra strage. Il calabrese, che nel frattempo ha fatto una sanguinosa incursione nel cantiere D'Aniello, viene ucciso dal commissario Torri (legato a Carrasco) e questi dal solito Lanzetta. Nel corso di questa battaglia, Daniela pure viene casualmente colpita a morte. Mentre l'on. Gabrielli, dell'antimafia, e il questore di Palermo non intervengono, i politici mafiosi fanno sapere che vogliono la pace. Carrasco mette Pignataro contro l'amico Lanzetta; ma questi, rimasto vittorioso, diverrà boss senza avversari.
Antonia Santilli e Henry Silva in una scna del film
Senza ragione                                                                            1973
Regia: Silvio Narizzano
Musica: Maurizio catalano
Cast: Franco Nero, Telly Savalas, Ely Galleani, Duilio Del prete, Beatrice Clary, Mark Lester 
 Trama:
Memphis, detto l'Americano, compie una rapina in una gioielleria romana insieme con Dino Bianco soprannominato Mosquito, mentre in un'automobile li attende Maria, giovane hippy amica del secondo. L'azione mal preparata e mal condotta frutta pochissimo e Memphis sempre pronto alle reazioni più violente, uccide il gioielliere Comincia una lunga fuga verso il confine francese; con i tre si trova il tredicenne Lennox, figlio del console britannico rimasto casualmente nell'auto del genitore nel momento in cui i fuggitivi si sono travati costretti a rubarla. L'Americano sempre più demente violenta e uccide Maria; poi costringe gli inorriditi compagni a far annegare una intera famiglia di turisti tedeschi, nonché, gravemente ferito, a condurlo in salvo. Nel frattempo Lennox ha stretto amicizia con Mosquito e crede, soddisfatto, di aver compiuto impresa virile in azione violenta e criminale. I due uomini e il ragazzetto vengono poi raggiunti dalla polizia e da una tragica morte a pochi metri dal confine.
Critica:
Pazzesca gangster-story diretta con abile mano dall'italo-canadese (?) Silvio Narizzano, sempre in bilico tra violenze e atrocità paradossali e messaggi para-sociali. Apparentemente dotato di un buon budget (ci si permette perfino di mandare allo sfascio una Rolls-Royce d'epoca), il film non lascia un attimo di tregua allo spettatore che resta progressivamente sempre più spiazzato ed interdetto, grazie ad una storia sempre avvincente e una regia attenta con grande cura dei particolari. Le atroci nefandezze e le lacrime di coccodrillo abbondantemente versate dopo ogni omicidio da Memphis vengono raccontate da Narizzano con leggerezza e ironia, e in qualche modo precorrono di anni tanti gangsters violenti e sarcastici divenuti poi famosi. Il cast funziona bene, Telly Savalas è probabilmente alla sua migliore interpretazione tra le incursioni all'interno del poliziesco all'italiana, e Ely Galleani è il riuscitissimo grazioso fiorellino in mezzo agli avanzi di galera. La colonna sonora è senza dubbio appropriata, e tra le curiosità del film va segnalata anche la presenza di una sorta di gigantesco spot dell'Arma dei Carabinieri che appoggia la produzione con grandi mezzi quali pattuglie, unità cinofile e elicotteri. In definitiva un film poco visto e ancora meno considerato, ma da recuperare e (ri)scoprire assolutamente tra i cattivi maestri del nascente poliziesco all'italiana.

Tony Arzenta                                                                            1973
Regia: Duccio Tessari
Musica: Gianni Ferrio
Cast: Alain Delon, Richard Conte, Marc Porel, Carla Gravina,
Umberto Orsini, Silvano Tranquilli
 Trama:
Tony Arzenta è un killer al servizio di una potetne organizzazione criminale, con rami a Milano, Parigi, Amburgo e Copenaghen. Stanco del mestiere (ha una famiglia cui pensare) decide di smetterlo. Poiché sa troppe cose, i capi vogliono eliminarlo, mettendo una bomba nella sua automobile. Nell'esplosione muoiono la moglie e il loro bambino. Inferocito, Tony comincia a vendicarsi. La sua prima vittima è il capo tedesco dell'organizzazione, ucciso su un treno; la seconda - raggiunta grazie all'aiuto di una giovane donna, Sandra - è il boss del ramo francese; la terza, il danese Grunwald (in questo caso, Tony si è servito di Luca Deninno, un italiano trapiantato a Copenaghen). Tornato a Milano, Arzenta elimina Rocco Cutitta, braccio destro dell'ultimo, boss ancora in vita, l'italo-americano Nick Gusto. Parte, quindi, con Sandra, per la Sicilia, dove vivono i propri genitori. Fingendo di volersi riappacificare con lui, Nick lo invita alle nozze della figlia. Tony accetta. All'uscita della chiesa, Deninno, vendutosi a Nick, uccide l'incauto killer
Alain Delon in una scena del film
Critica:
Tessari ha narrato senza preoccuparsi di certe ingenuità della sceneggiatura, coincidenti con l’ingenuità del protagonista, assai più svelto di mano che di cervello. Ma il dispiego di mezzi è notevole, e non ingenuo il loro impiego registico: la serie delle violenze si snocciola con il dovuto crescendo di effetti spettacolari, tra scenografie assai varie in interni ed esterni. Senza contare che Alain Delon, con la pistola in mano, funziona comunque, e qui ha intorno una fitta schiera d’attori Bir. (Guglielmo Biraghi) - Il Messaggero - 15/09/1973


Anna quel particolare piacere                                                  1973
Regia: Giuliano Carnimeo
Musica: Luciano Michelini
Cast: Richard Conte, Edwige Fenech, Corrado Pani, Umberto Raho, John Richardson
 Trama:
Anna, cassiera in un bar di Bergamo, si innamora di Guido, un brutale giovanotto affiliato ad una gang di trafficanti di droga. Avendolo seguito a Milano, sede dell'"organizzazione", si trova ben presto costretta a farne parte: trasporta eroina e intrattiene facoltosi signori di mezza età. Rimasta incinta, reagisce all'ingiunzione di Guido di farla abortire e, allorché questi viene incarcerato, si rifugia a Roma, in casa di una amica. Nasce il figlio, Paolo, che in seguito si ammala gravemente alla gola, e che il giovane medico Lorenzo Viotti riesce a salvare in extremis. Tra il dottore ed Anna nasce l'amore, ma Guido, uscito dal carcere prima del previsto, pretende che la donna torni a vivere con lui. Esasperata, Anna gli spara, ma, gravemente ferita da Guido, muore a sua volta in ospedale, fedele alla promessa fattale, Lorenzo avrà cura di Paolo come di un figlio proprio.
No, il caso è felicemente risolto                                                1973
Regia: Vittorio Salerno
Musica: Riz Ortolani
Cast: Enrico Maria Salerno, Riccardo Cucciolla, Enzo Cerusico, Martine Brochard
 
Trama:
Un giovane impiegato delle ferrovie romane assiste involontariamente ad un omicidio di una prostituta. Per non aver fastidi, l'uomo decide di non denunciare il delitto. A questo punto però è proprio l'assassino a informare la polizia del crimine, fornendo i connotati del testimone. Il giovane, informato dai giornali, riconosce se stesso.
Critica:
Vittorio Salerno, fratello dell’attore, debutta nella regìa con questo “No, il caso è felicemente risolto”, che, se non è un film eccezionale, testimonia almeno di un certo impegno artistico e civile, affrontando un argomento che pensiamo non sarebbe dispiaciuto a Cayatte. L’insieme è peraltro più che dignitoso, il tema è svolto con diligenza fino all’amarissimo finale (commentato da una bella, sarcastica canzone di Riz Ortolani dal significativo titolo “Mamma giustizia”.
Un buon film che merita di essere visto.

I corpi presentano tracce di violenza carnale                         1973
Regia: Sergio Martino
Musica: Guido e Maurizio De Angelis
Cast: Luc Merenda, Suzy Kendall, Tina Aumont, John Richardson
 Trama:
Uno sconosciuto, forse un maniaco sessuale, uccide un giovane e la sua ragazza, Flo Nicholson, studenti dell'Università di Perugia. Qualche tempo dopo, la stessa sorte tocca a una collega delle due vittime e a un venditore ambulante - colpevole per averle venduto un foulard - ritrovato dalla polizia sul cadavere di Flo. Seguendo il consiglio di uno zio - preoccupato di doverla lasciare sola, a motivo dei propri affari - un'amica delle ragazze assassinate, Daniela Anselmi, si trasferisce con tre compagne - Katia, Ursula e Jane - in una villa isolata della campagna umbra, edificata sull'alto di una rupe. Il misterioso omicida, però, le raggiunge e,
Tina Aumont
 dopo essersi sbarazzato di un voyeur, appostato nei pressi della villa, e di un giovane innamorato di Daniela (lo avevano entrambi visto in volto), penetra nella casa e uccide tre delle quattro ospiti. Si salverà, per caso, la sola Jane, che, dopo aver assistito, terrorizzata, al macabri armeggi dell'omicida per far sparire i cadaveri, finisce però per rivelare la propria presenza. Quando l'assassino - un giovane professore universitario, diventato omicida per un trauma infantile - sta per ammazzare anche lei, interviene provvidenzialmente un medico, amico di Jane, che salva la ragazza, mentre il folle, nel tentativo di fuggire, precipita dalla rupe.
Critica:
La storia è scritta e sceneggiata dall’ottimo Ernesto Gastaldi, autore di molti trhiller, poliziotteschi e film fantastici di una memorabile stagione. Sergio Martino collabora alla sceneggiatura e dirige con bravura un film mai prevedibile e ricco di tensione. Giancarlo Ferrando è responsabile di una fotografia cupa che introduce al mistero, così come Guido e Maurizio De Angelis accompagnano con una musica ad hoc le scene di maggior tensione.


Revolver                                                                                     1973
Regia: Sergio Sollima
Musica: Ennio Morricone
Cast: Fabio Testi, Oliver Reed, Paola Pitagora,
Agostina Belli
Trama:
Il vicedirettore di un carcere viene ricattato dai rapitori di sua moglie. La uccideranno se lui non favorisce l'evasione di un criminale. Dopo aver fatto evadere il fuorilegge l'uomo si reca a Parigi sulle tracce della banda. Con un Oliver Reed imponente e simpatico, è un poliziottesco italiano tra i meno trucidi, movimentato e spettacolare. 
In definitiva un buon film che merita di essere rivisto.


L'ultima chance                                                                         1973
Regia: Maurizio Lucidi
Musica: Luis Enriquez Bacalov
Cast: Fabio Testi, Eli Wallach, Ursula Andress, Massimo Girotti, Barbara Bach
 Trama:
Uscito dal carcere, Floyd e l'anziano Joe rapinano una gioielleria e si danno appuntamento alle frontiere con il Canada. Costretto a fermarsi nel motel dei Knowlton, Floyd, che ha con sé il bottino, viene rapinato. Michéle, con un trucco, lo convince a portarla con sé, ma viene uccisa da Joe che crede d'essere stato ingannato. Non avendo trovato i gioielli, Frank capisce e torna al motel dove la nipote di Michéle e il fidanzato se la godono con il bottino.
Critica:
Ottimamente registrato per quanto riguarda avventura e suspense, elementi di cui certo la trama non difetta e che la regìa ha abimente sfruttato sul piano del più convincente realismo il film si impone soprattutto per il calibratissimo disegno dei personaggi, psicologicamente delineati con estrema concretezza sì da conferire validità ancora maggiore al grado di tensione ìnsito nel racconto. Maurizio Lucidi si conferma quindi regista abile e scrupoloso il che è dimostrato, tra l’altro, dalla cura posta nella scelta delle inquadrature e dalla bontà delle fotografie a colori. Lodevole l’interpretazione degli attori
Vice - Il Messaggero - 07/10/1973


Milano rovente                                                                          1973
Regia: Umberto Lenzi
Musica: Carlo Rustichelli
Cast: Antonio Sabàto, Philippe Leroy, Marisa Mell, Antonio Casagrande, Tano Cimarosa
Trama:
Il raket della prostituzione a Milano è dominato dal boss siciliano Salvatore Cangemi, il quale, un giorno recatosi, alla piscina dello Skorpion Club, vi scopre il cadavere di una sua "donnina". Ben presto, colui che ha commissionato quest'assassinio (Roger Daverti, organizzatore di una forte rete per lo spaccio della droga) si fa vivo e minacciando altri analoghi delitti chiede a Cangemi di mettergli a disposizione le sue prostitute per spacciare droga. Quest'ultimo non accetta, e per non soccombere nella prevedibile battaglia contro Daverti chiede, d'accordo con l'amico Lino Caruso, protezione a Billy Barone, mafioso italo-americano. Ma Barone, considerata l'inutilità della lotta e le prospettive di guadagno offerte dallo spaccio della droga, ottiene un accomodamento tra Cangemi e Daverti. Salvatore, però irretito dall'affascinante ed equivoca Jasmine, sottrae parte dei proventi comuni e si compromette con la polizia. Quando, tradito dall'amica, tenta di reagire, trova Daverti ucciso, scopre che Billy ha cinicamente sfruttato la sua rivalità con Roger e muore nel conflitto a fuoco causato da questo inganno.
Marisa Mell
Critica:
Racconto di gusto popolare che attinge copiosamente ai luoghi classici del film gangster […], ”Milano rovente” vanta parecchi motivi per piacere a un pubblico avido di emozioni. La Milano notturna e segreta, che fa da sfondo al film, non manca di un certo fascino.
Un classico del "Poliziottesco" (Pietro Bianchi - Il Giorno - Giugno 1973)


La legge della camorra                                                             1973
Regia: Demofilo Fidani
Musica: Lallo Gori Dreville
Cast: Jeff Cameron, Silvio Noto, Marco Guglielmi, Anthony G. Stanton, Mariangela Matania
Trama:
Mentre Gaetano Liguori, boss mafioso, dopo un attentato si trova morente a New York, il suo braccio destro si reca da Carolina Miceli - vedova di Salvatore Caruso e madre di due ragazzi - per sapere che cosa è successo tra le famiglie Liguori e Miceli. La donna racconta come, discordi sul traffico della droga, i fratelli Gaetano e Tony Liguori abbiano aperto le ostilità contro suo padre Calogero Miceli spalleggiato da politici, contrario alla nuova attività. Mandata in Italia per precauzione, donna Carolina è stata più volte protetta da Lucky De Simone che, tuttavia ha preso parte alle battaglie più volte in funzione di killer solitario. Eliminato Lucky dai Liguori, la Miceli spera che finalmente giunga un po' di pace. Invece, Mr. Mike, raccolte queste confidenze, torna al capezzale del morente Gaetano e, dopo la sua dipartita, inizia una serie di rappresaglie che provocano altrettante feroci reazioni.

La notte dell'ultimo giorno                                                      1973
Regia: Adimaro Sala
Musica: Stelvio Cipriani
Cast: Enrico Maria Salerno, Tony Kendall, Corrado Pani, Franco Fabrizi, Marina Malfatti, Bruno Boschetti,
Marina Bartella
Trama:
Beppe Banti è un regista cinematografico in procinto di realizzare "La fiammata", una pellicola a tesi contro la società dei consumi e contro il "sistema". Mentre, per raggiungere il suo scopo, è costretto a subire i ricatti del produttore senza scrupoli Giorgio Bardelli, mette fine alla sua relazione con Francesca che è la donna dell'amico Sandro, uno scrittore in crisi spirituale. Il suicidio dello stesso Sandro, effettuato quando le riprese del film sono già cominciate, sconvolge del tutto Beppe che uccide sul set un attore famoso, Varzi. Nel corso della caccia all'uomo scatenata dalla polizia, il regista uccide successivamente Francesca, Bardelli e un poliziotto. Rifugiatosi in un deserto villaggio - teatro di posa per western - trova una ragazza che ha le sue stesse idee e, all'arrivo della polizia, con la stessa si lascia massacrare in segno di disperata protesta.

Marina Malfatti
Lucky Luciano                                                                          1973
Regia: Francesco Rosi
Musica: Piero Piccioni
Cast: Gian Maria Volonté, Rod Steiger, Charles Siragusa, Edmond O'brien, Magda Konopka, Vincent Gardenia, Silverio Blasi, Charles Cioffi, Larry Gates, Jacques Monod
Trama:
Salvatore Lucania, alias Lucky Luciano, è l'indiscusso capo della malavita italoamericana sin dal 1931, quando prende il potere mediante l'eliminazione di una quarantina di avversari. Nel 1946, il governatore Thomas E. Denwey - che nove anni prima aveva condannato in veste di giudice Luciano - lo spedisce in Italia come persona "indesiderabile". Da quel giorno Lucky vive a Napoli una vita apparentemente tranquilla e ineccepibile. Eppure voci sempre ricorrenti lo accusano di essere l'ispiratore del traffico internazionale della droga. Charles Siragusa, capo
 dell'Ufficio Europeo del Narcotic Bureau, tenta invano di smascherarlo. In un dibattito alle Nazioni Unite, si scontrano, causa Luciano, l'inquisitore Henry J. Anslinger e il delegato italiano. Pressata dall'opinione pubblica internazionale, la Guardia di Finanza sottopone Lucky a pedinamenti, a perquisizioni e ad interrogatori. Ma a nessuno il misterioso "boss dei boss" concede la soddisfazione di reperire una sola prova contro lui. Lucky Luciano muore di infarto all'aeroporto di Napoli, portando il proprio segreto nella tomba.
Critica:
Ottimo cinema di stampo storico-giornalistico, su sceneggiatura di Lino Jannuzzi e lo stesso Francesco Rosi con la collaborazione di Tonino Guerra, che si distingue per il rifiuto della retorica spettacolare della violenza, a vantaggio dell'analisi socio-politica.
Da segnalare l’interpretazione di Gian Maria Volonté.

Il giustiziere sfida la polizia                                                      1973
Regia: Leon Klimovsky
Musica: Non disponibile
Cast: Erika Blanc, Angel Aranda, Paul Naschy, Eduardo Calvo, Susana Mayo, Ricardo Merino
Trama:
A Milano la polizia sta indagando su tre delitti: quello di un giovane drogato, di una prostituta e di tre persone che stavano consumando un'orgia. Delle indagini viene incaricato il commissario Paolo Scarparella che, come punto di partenza, ha un unico indizio: accanto ad ogni vittima è stata posta una libellula di plastica insanguinata. Uno degli uccisi, inoltre, stringeva nel pugno un bottone di raffinata fattura artigianale. Mentre il commissario indaga nel mondo del vizio meneghino, la moglie chiede aiuto ad un amico sarto per risalire al fabbricante del bottone. Ma l'assassino, intanto, colpisce ancora ed in maniera ancora più devastante.

Piedone Lo Sbirro                                                                     1973
Regia: Steno (Stefano Vanzina)
Musica: Guido e Maurizio De Angelis
Cast: Bud Spencer, (Carlo Pedersoli) Raymond Pellegrin, Juliette Mayniel, Mario Pilar,
Enzo Cannavale, Angelo Infanti, Salvatore Morra
 Trama:
In quartieri malfamati di Napoli opera un commissario di Pubblica Sicurezza soprannominato "Piedone" per via della sua massiccia struttura fisica. Viene rispettato poiché possiede un indole bonaria e poiché tende, più che a punire il crimine a prevenirlo. E fa ciò servendosi sia delle proprie intuizioni, nonché degli "scappellotti" che elargisce volentieri, sia delle informazioni fornitegli; in cambio di poco denaro, dal nano Beppino. Ma l'arrivo di un suo diretto superiore che disapprova i suoi metodi maneschi, e la ramificazione, a Napoli, di una banda marsigliese di trafficanti di droga creano "impasse" nella prassi di "Piedone". Questi però non si dà per vinto - nemmeno quando viene messo a riposo per aver accentuato le sue maniere forti verso un delinquente - e, ottenendo la collaborazione della "mala" partenopea, riesce a procurare seri danni alla banda di trafficanti e a eliminarne il capo napoletano. Dopo di che, torna, con tutti gli onori, in servizio, ai suoi metodi.
Nei panni del commissario Rizzo, o meglio noto come Piedone, Bud Spencer (Carlo Pedersoli) ha interpretato uno dei personaggi più amati dal pubblico cinematografico (e televisivo, viste le tante repliche che ci sono state dei quattro film della serie) degli anni settanta. Diretti sempre dal bravissimo Steno (Stefano Vanzina), i film entrano a pieno titolo nella storia del cinema italiano di quegli anni.
Juliette Mayniel
il primo “Piedone lo sbirro” è del 1973, il secondo: “Piedone ad Hong Kong”, del 1975, il terzo: “Piedone l'africano” del 1978, l'ultimo, “Piedone d'Egitto”, fu girato nel 1979, anche se poi uscì nelle sale nel 1980.


La padrina                                                                                 1973
Regia: Al Pisani (Giuseppe Vari)
Musica: Mario Bertolazzi
Cast: Anthony Steffen, Venantino Venantini, Lydia Alfonsi, Umberto Raho
Trama:
Viene ucciso a New York un boss mafioso. Sua moglie sa chi è il mandante e parte per la Sicilia. Aiutata dai membri di una famiglia e dopo aver corso molti pericoli, riesce a vendicarsi dell'assassinio di suo marito.

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